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Una classifica alla faccia di Calderoli

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Comese non bastasse, proprio nel momento in cui la Lega è diventata talmente ambiziosa da voler andare alle elezioni generali nella speranza di far fuori anche Berlusconi, proprio in questo momento lo sport più popolare del paese, il calcio, colloca quattro formazioni del Centro-Sud – Napoli, Lazio, Roma e Palermo – insieme con Milan e Juve, in vetta alla classifica e non per caso ma in capo a metà del girone di ritorno, con 17 giornate (salvo qualche isolato recupero) già disputate, Napoli e Lazio con 10 vittorie, Roma e Palermo con 8. Scherzi, Lega a parte, questa caratterizzazione della classifica finora è la nota più interessante della stagione, anche se parzialmente contraddetta dalle difficoltà del Bari e in parte del Lecce, perché indica un progresso, piuttosto significativo, dei club centro meridionali sul piano organizzativo e tecnico. I risultati che hanno proiettato il quartetto verso la zona europea non sono frutto del caso di chissà quale intrigo ma di una guida, di un progetto, di una campagna acquisti condotta con competenza ma senza manie di grandezza. Non si tratta di polemizzare con i leghisti (tanto più che il Palermo ha un presidente che più nordista non potrebbe essere), ma semplicemente di suggerire ancora una volta che queste distinzioni fatte sul colore della pelle o sul luogo di nascita non sono soltanto razziste, sono anche stupide, perché il problema è ben più complesso di un dato casuale, implica una capacità di scelta, una competenza, una applicazione tenace, come quella che è valsa al Napoli (ma anche alla Juventus), al ritorno in serie A dalla C. Tanto più le posizioni preminenti in classifica, cioè i risultati tecnici ed ambientali sono significatici in quanto ottenuti in un'epoca di pesantissimi sacrifici dei giocatori, sbattuti da trasferte scomode, da impegni moltiplicati, da orari diabolicamente sistemati lungo tutta la giornata, da ardue conciliazioni tra italiani e stranieri. Per non parlare delle tensioni che si creano tra atleti, allenatori e dirigenti di società come negli ultimissimi casi della Roma (Ranieri) e dell'Internazionale (Benitez), sotto i brucianti riflettori di tv e web che moltiplicano le polemiche, e la complicità di errori degli arbitri sottoposti anche loro a fatiche bibliche. La giornata numero 17 è stata – vedi combinazione – poco favorevole alle due compagini, Milan e Juve, che lottano con le squadre di centro sud in cima alla graduatoria, e quindi ha riaperto in qualche modo la battaglia per lo scudetto e per l'ammissione alle due competizioni europee del prossimo turno. Con un Napoli stranissimo ed entusiasmante protagonista di una nuova zona Cesarini (da ribattezzare col nome di Cavani) ed una Lazio che ha trovato in Hernanes l'uomo-guida per un gioco collettivo di tutto rispetto.

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