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È tornata la zona Cesarini

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Buonsegno, quando si vince senza meritarlo, al Napoli va dato atto dell'inevitabile dazio pagato alla faticaccia di Europa League nella notte di giovedì. Sempre sul filo di lana la Lazio si è guadagnata e si è vista soffiare il secondo posto solitario, quello che lo splendido brunch-match dell'Olimpico le aveva consegnato con merito pieno. La sfida con l'Udinese merita una celebrazione particolare, perché da tempo il nostro campionato, solitamente modesto a livello di spettacolo, non regalava una vicenda agonistica così intensa, così avvincente, così ricca di gioco e di occasioni. La Lazio l'ha vinta nei secondi finali, senza nulla usurpare, i friulani per la seconda volta lasciano l'Olimpico romano senza lo straccio di un punto, ma con pieno diritto all'unanime ammirazione. Reja, ancora una volta espulso senza particolari colpe, avrebbe potuto anche perderla, questa partita che ha prodotto cinque gol, ma anche una ventina di opportunità di rilievo, alla fine giusto che la sorte l'abbia premiato. Senza Brocchi, qualità superiore garantita da Ledesma e Matuzalem, inevitabile che più labile si rivelasse la copertura difensiva. Su tutti Hernanes: un gol e una clamorosa traversa per il profeta. La gioia per gli occhi offerta dalle immagini dell'Olimpico, propone anche un paragone imbarazzante con la sfida milanese del sabato sera, avara di occasioni ma soprattutto di gioco. Quei tre punti che riportano la Roma in linea di galleggiamento, a ridosso delle posizioni più ambite, è ancora una volta la sola nota positiva, per una squadra che non riesce a convincere i tifosi, almeno quelli più razionali. Le voci autocelebrative della società non cancellano malesseri e malumori, certamente Totti non potrà gradire che gli venga preferito Adriano: il cui contributo, limitato alla ripresa, avrebbe potuto garantirlo anche un rude difensore inserito nel centrocampo. Se vogliamo trovare un'ulteriore nota di conforto per la serata di San Siro, rendiamo omaggio ancora una volta alla lucida intelligenza di Daniele De Rossi: le sue parole, soprattutto quelle dedicate a Doni, meritano di essere sottoscritte senza riserve.

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