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Adriano

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Rosella dice che rimane, il resto del mondo pensa il contrario. Adriano è tornato improvvisamente d'attualità nell'universo romanista ma non certo per le sue prestazioni in campo. Che ne sarà di lui? La risposta fino a domenica pomeriggio sembrava scontata: torna in Brasile a gennaio. Poi la Sensi ha rimescolato le carte. «Non si muove da Roma» ha giurato la presidentessa dopo la partita con il Bari e lo ha ripetuto ieri nel giorno in cui l'attaccante brasiliano è stato «insignito» per la terza volta in carriera del premio «Bidone d'Oro» assegnato dal programma «Catersport» di Radio 2 al giocatore più deludente dell'anno. «Bisogna saper accettare gli scherzi - il commento di Rosella a Milano per l'Assemblea di Lega - senza indispettirsi, però Adriano non se lo merita. Non andrà via a gennaio e magari prenderà un altro premio più prestigioso». Le certezze della Sensi cozzano con tutti gli altri indizi. Ce ne sono in abbondanza per fare una prova. Innanzitutto il procuratore Gilmar Rinaldi, su mandato del giocatore, sta cercando una squadra in Brasile da settimane. Ne ha trovate tre pronte a trattare, Corinthians, Palmeiras e Flamengo (l'ultima squadra di Adriano prima della Roma) e da giorni la stampa locale riporta dettagli su operazioni ben avviate. Il sito Globoesporte dà addirittura per fatto il rientro dell'Imperatore in patria per vestire la maglia del Corinthians dove raggiungerebbe Ronaldo e Roberto Carlos. Si parla di un prestito fino al termine della coppa Libertadores, con stipendio di circa 177mila euro al mese. Meno di quanto prende alla Roma, (3 milioni netti l'anno) ma comunque una cifra allettante. Adriano è indeciso. Sarà un caso, ma ieri era l'unico assente della squadra (oltre all'infortunato Lobont) alla serata di beneficienza del Palalottomatica. A Ranieri ha praticamente annunciato il suo addio, con tanto di abbraccio e lacrime, mentre negli ultimi giorni pare si stia convincendo che tornare in Brasile sarebbe un errore. Economico e tecnico. Anche se Ranieri continua a «vederlo» poco e non si opporrebbe alla sua partenza. Come dargli torto, pensando ai soli 4 chili e mezzo persi dal giocatore in oltre cinque mesi: il peso si aggira ancora attorno al quintale. La paura della Roma è che una volta sbarcato a Rio per le feste natalizie l'Imperatore possa decidere di rimanerci. A tutela del club giallorosso c'è comunque un contratto «blindato» da clausole che prevedono la rescissione unilaterale in caso di comportamenti scorretti del giocatore. Ma la Sensi non vuole mollarlo. Per lei è una questione di principio. Non sopporterebbe l'idea di dover ammettere che la scommessa è persa. Ma nulla potrà se Unicredit, sentiti anche i potenziali acquirenti del club, deciderà che è meglio cedere il brasiliano e alleggerire il monte ingaggi: ogni operazione di mercato a gennaio dovrà passare al vaglio della banca. Rosella è turbata anche da questo. Le sue ultime settimane da presidentessa vuole viverle in prima linea. Prima della partita con il Bari è entrata negli spogliatoi per invitare la squadra a impegnarsi di più. «Dobbiamo pensare di poter raggiungere il Milan - ha detto ieri davanti ai microfoni - l'obiettivo resta di recuperare punti alla prima. Noi e la piazza non siamo nervosi, abbiamo solo tanta adrenalina». A cominciare da lei.

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