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Ma Delneri frena «Non sarà un bivio»

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DomenicoLatagliata TORINO La terza che ospita la seconda. E che vuole l'aggancio oggi per poi dare l'assalto alla capolista Milan la settimana prossima, quando i rossoneri renderanno visita alla Roma. La Juventus non si nasconde più: pensa in grande e, tramite Delneri, manda un messaggio a tutti. Buffon compreso: a Torino l'aria è tutta nuova, «nulla è dovuto nemmeno a nessuno e il discorso vale per tutti. Volete sapere se rivedrò le gerarchie quando Gigi sarà pronto? Per me partono tutti alla pari, qui non c'è niente di dovuto a nessun giocatore. Chi merita gioca, vale per tutti: Buffon, Del Piero, Amauri, Sorensen, Motta. Se Buffon dimostrerà di essere il migliore del mondo, avrà spazio. Ma Storari è un ottimo portiere, togliergli la titolarità sarà molto difficile». Se ne riparlerà più avanti, eccome. Nel frattempo, Juve-Lazio. E Delneri contro Reja, suo allenatore ai tempi della Pro Gorizia (1983-84), maestro prima e amico poi: «Non siamo davanti a un bivio, ma a una sfida fondamentale a livello psicologico - è il pensiero del tecnico bianconero - Si affronteranno due squadre da alta classifica, che meritano il posto che occupano. Chi vincerà starà mentalmente meglio, anche se la lotta è appena cominciata». Aquilani sarà quasi sicuramente in campo, anche se Delneri si limita a un «nì», mentre Pepe andrà in panchina per fare posto a Marchisio. «Non cambieremo molto rispetto alle ultime uscite», butta lì il tecnico bianconero: Sorensen è allora in vantaggio su Motta, mentre in attacco toccherà ancora a Iaquinta e Quagliarella, con Del Piero inizialmente in panchina come già successo in tre delle ultime quattro partite di campionato. Nessuno però può badare al proprio orticello, questo è quanto. E se Marchisio per primo ha messo nel mirino il Milan, Delneri approva e apprezza: «Giusto così, anche se noi siamo già attaccati ai rossoneri. Dobbiamo pensare alla vetta: ogni squadra si impegna al massimo per raggiungere chi è davanti. Mi fa piacere che i miei ragazzi entrino in quest'ottica. Però continuiamo a pensare a noi stessi, con fiducia e consapevolezza che non saranno sempre rose e fiori. Arriverà il momento in cui bisognerà evitare le spine». Magari non oggi, in occasione di una partita che - se vinta - potrebbe davvero incoronare la Juve come prima sfidante del Milan in attesa che l'Inter si svegli. «La Lazio è una squadra compatta, che gioca bene a calcio e che sa fare male. Sono contento per Reja, davvero. È un ottimo amico e un grande allenatore che ha saputo creare quello per cui lavoro anch'io: un gruppo solido, forte, coeso, con identità e spirito giusto. Ci assomigliamo, altrimenti non saremmo così uniti. Se hai passione, puoi raggiungere grandi traguardi: Reja lo conferma. Quello che entrambi abbiamo ottenuto, ce lo siamo ampiamente meritato e sudato. Tornando all'oggi, spero di vedere una bella partita, giocata da due buone squadre che si contenderanno il risultato fino al novantesimo, anzi fino al centesimo. La Lazio prende pochi gol ed è sempre pericolosa: per vincere, servirà una partita perfetta durante la quale non dovremo concedere niente».

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