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Bello incrociare scarpini griffati

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Esubito la realtà torna a imporci la «full immersion» nelle malinconie del calcio di casa nostra. A muso duro, quasi che la crisi dilagante in Europa non suggerisse priorità molto più pesanti, l'Associazione Calciatori ha deciso che si dovranno incrociare i piedi, con tanto di scarpini griffati, nella seconda settimana di dicembre. Ci sarebbe da ridere, se la situazione non proponesse un pianto liberatorio, pensando a un sindacato che tutelasse, nello stesso tempo, gli interesssi di Luca di Montezemolo e quelli del Cipputi in tuta blu. La decisione di Campana e dei suoi discepoli insulta la logica, ma sopratutto il comune buonsenso, riesce difficile immaginare cortei e presidio dei tetti, coinvolgimento del consenso popolare. Soli e nudi, in una folle battaglia, i protagonisti di questa manifestazione di protesta promossa non da precari giustamente imbestialiti, ma da ricchi signori. Che quando divorziano, vedi Pato, si sentono chiedere 57 milioni l'anno da una giovane che ha condiviso con loro di vita. L'equivoco di fondo riguarda la condizione di una professione liberamente scelta, che diventa impiego normale quando conviene. Chiunque intraprenda una carriera, dall'artista all'architetto, dal medico all'ingegnere, sa che un felice cammino può renderlo milionario, ma si accolla il rischio di finire in mezzo a una strada in caso di fallimento. Al professionista del calcio, per modesto che possa essere il suo cammino, dovrebbero invece essere assicurati stipendio sindacale e relativa pensione, tutti i vantaggi e rischio zero, bella pacchia. Comico, sempre che si abbia ancora voglia di sorridere, la motivazione dello sciopero, la pretesa di assicurare ai «fuori rosa» il diritto di allenarsi con il resto del gruppo. Ballardini, nella stagione scorsa, fu messo in crisi proprio dall'anomalo allargamento del gruppo, in realtà nessun tecnico può addestrare nello stesso momento da trenta a quaranta atleti. Respinte le garanzie offerte dalla Lega, non basta un lavoro a parte con allenatori di pari livello, i milionari capricciosi pretendono tutto e di più. Senza convinzione, magari, ma senza la personalità che avrebbe potuto suggerire ai vertici sindacali un più utile impiego del tempo e delle risorse mentali, sempre che esistano.

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