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Primo match point

L'attaccante della Roma Mirko Vucinic

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Una Roma ritrovata contro mezzo Bayern. All'Olimpico stasera passa un treno da non perdere: una vittoria sui tedeschi può bastare per centrare gli ottavi di Champions con un turno d'anticipo, a patto che Basilea e Cluj si annullino a vicenda nell'altra sfida del girone. Altrimenti tutto rinviato alla trasferta in Romania dell'8 dicembre. Ranieri ha preparato la gara contro i bavaresi con ben altre convinzioni rispetto all'andata: il 15 settembre alla BayArena ordinò ai suoi di difendersi e basta, convinto di non poter fare altro, ma il piano «catenacciaro» si sgretolò nel finale e Totti ci mise il «carico» a fine partita accusando il tecnico. Da quel giorno molto, se non tutto, è cambiato. Adesso la squadra giallorossa ha ripreso a credere in se stessa, ha ritrovato giocatori fondamentali e può permettersi il lusso di mandare in panchina contro i campioni d'Europa gente come Totti (o Borriello) e Juan. Ranieri scommette sull'uomo del momento Menez e rispolvera Vucinic, e ha rinviato a stamattina la decisione sull'altro attaccante: il capitano o Borriello. In difesa Mexes tornerà a far coppia con Burdisso che salterà Palermo per squalifica. E poi un turno di riposo a Juan è una precauzione sempre opportuna. Cicinho, finito nel mirino del Napoli per gennaio, insidia Cassetti a destra. Il centrocampo ritrova i suoi interpreti migliori: De Rossi e Pizarro, da capire come Ranieri proverà a farli convivere nel rombo. Il tecnico nella conferenza della vigilia è riuscito a dire meno di Menez, un tipo non proprio prolisso, seduto al suo fianco. «Ci servono quattro punti per qualificarci - ricorda Ranieri - quindi interpreteremo la gara per vincerla. Non mi aspetto un Bayern dimesso: sarà una gran bella partita». Quindi diversa dall'andata. «Adesso siamo più fluidi e al contrario di allora i ragazzi sono in un buon momento, ma resto convinto che quella sera giocammo bene tatticamente. Il nostro obiettivo in Champions? Per ora sono gli ottavi». Con lo splendido Menez di questi tempi si può sperare di arrivare più avanti. «Lui ha fatto passi da gigante e ha capito che se gli dicevo qualcosa era per il suo bene». Jeremy annuisce. «È dall'anno scorso che ho cominciato a lavorare bene - racconta il francese - qui mi sento a casa mia. Ma non ho fatto ancora nulla: ho 23 anni e posso crescere molto. Devo migliorare su tutto, ad esempio devo fare più gol anche per tornare in nazionale. Però contro l'Udinese ho tirato tre volte e fatto un gol, firmerei perché accadesse con il Bayern». Traduzione per Van Gaal: achtung!

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