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Rivoluzione Lazio

L'allenatore della Lazio Edy Reja

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Dimenticare il derby e rialzarsi. La Lazio affronta la trasferta di stasera a Cesena con lo stato d'animo di chi deve dare una risposta immediata, più morale che tecnica, allo stop rimediato dalla Roma nella stracittadina di domenica. «Guardate la classifica, siamo ancora primi», ha detto Reja in questi giorni ai giocatori. Un modo per invitare i suoi a non demoralizzarsi e a non dimenticare quanto di buono fatto fino ad adesso. Da non trascurare, però, anche i segnali di allarme che arrivano da un derby perso sì per tanti episodi sfortunati, ma neanche giocato al massimo delle proprie possibilità. «Ci è mancata intensità, specie nel primo tempo - ha spiegato il tecnico - e non era la prima volta che succedeva. Anche nelle precedenti due o tre partite non siamo stati aggressivi come avremmo dovuto». Anche per questo, per il turno infrasettimanale, il tecnico ha deciso di applicare un profondo turnover. Rispetto a domenica cambieranno cinque titolari. Ma se i rientri di Biava e Zarate per Stendardo e Rocchi erano già previsti, piccole sorprese destano le esclusioni di Hernanes, Lichtsteiner e Brocchi. «Ho deciso di dare un turno di riposo a quelli che finora hanno tirato la carretta», si è giustificato Reja. Inevitabile che il discorso si soffermi in particolare sul «Profeta» di Recife, apparso piuttosto stanco nelle ultime settimane tanto da essere stato sostituito per sei volte consecutive: «Il suo periodo di appannamento è dovuto non tanto a una stanchezza fisica, quanto mentale - ha spiegato l'allenatore - Sta giocando ininterrottamente da dieci mesi, ed ora sta affrontando una realtà particolarmente stressante come quella italiana, specie per chi come lui è sempre sotto i riflettori. Ha bisogno di staccare la spina». Tornerà nella gara con il Napoli, vero spareggio per le zone alte della classifica: «Ma dal momento in cui siamo arrivati in vetta alla ogni partita è uno spareggio per restarci», puntualizza Reja. Il modulo tornerà il collaudato 4-2-3-1, con in difesa Cavanda per Lichtsteiner, come già avvenuto nel turno infrasettimanale contro il Milan, mentre a centrocampo Matuzalem partirà dal primo minuto accanto a Ledesma, soluzione già vista con Samp e Fiorentina. Linea dei trequartisti con Zarate e Foggia sulle fasce e Mauri a fare l'«Hernanes». Battere il Cesena non sarà facile. La storia insegna che la Lazio ha sempre sofferto al Manuzzi (una sola vittoria in quindici apparizioni, datata 1968) e i romagnoli sono alla disperata ricerca di punti per superare in periodo di grande difficoltà. «In più sono una squadra sempre propositiva - avverte l'allenatore biancoceleste - che sfrutta bene le fasce e in avanti ha dei valori». La Lazio dovrà far prevalere la voglia di riscatto per un derby che ancora non è stato digerito completamente dai biancocelesti, specie da Reja che riserva una stoccata al collega d'oltretevere Ranieri: «Io, quando vinco, mostro una maggiore signorilità e non manco di sottolineare i meriti degli avversari. In fondo, se le contiamo, abbiamo costruito più occasioni da gol rispetto a loro». Sembra già un appuntamento al ritorno, con la spavalderia di chi, nonostante lo stop, ha ancora due punti di vantaggio in classifica sulla seconda e sette sui «cugini». Ma ora la Lazio si trova in una situazione nuova, deve reagire a una sconfitta. Anche per queste tappe passa la strada per diventare grandi. Se i biancocelesti lo sono, è l'ora di dimostrarlo. «Se vinciamo lo scudetto mi sposo», ha confessato un ottimista Mauri a "Chi". Sempre che l'impegno non nasconda la certezza contraria.

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