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Marco Grassi Che tra un po' qualche suo ammiratore, specie tra gli inconsolabili vedovi nerazzurri, avrebbe fatto partire il processo di beatificazione di José Mourinho, lo potevamo sospettare da tempo.

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Illusitano è riuscito in un'opera di diplomazia clamorosa: sancire la pace tra due litiganti storici, Marco Materazzi e Zinedine Zidane. La diatriba tra i due è nota all'intero pianeta, del resto se avessero voluto azzuffarsi in maniera discreta non l'avrebbero fatto in mondovisione durante la finale dei Mondiali 2006... Nei tempi supplementari di quella finale, Materazzi aveva avuto qualcosa da chiosare sul conto di alcune parenti del francese, il quale a sua volta replicò garbatamente con una sportiva testata in mezzo al petto. Da quell'episodio son passati più di quattro anni: anni in cui gli appassionati più sinceri sentivano che mancava qualcosa, per tornare a godere in piena serenità dello spettacolo calcistico: se la son presa a turno con le televisioni, con gli ultrà, con la Fifa, con l'Uefa, con i giornalisti, e invece il filo d'amore col pallone era stato interrotto da quell'incresciosa vicenda. E allora ecco che l'altro giorno a Milano, prima di Milan-Real Madrid, i due si sono finalmente incontrati, nell'hotel che ospitava la squadra spagnola: Zidane accompagnava il Real, Materazzi era andato a rendere omaggio al suo vecchio allenatore Mourinho. Lo Special One officiante, i due scontrosi si son guardati dapprima col broncio, poi pian piano si sono parlati, poi sorrisi, infine abbracciati. L'incontro è stato poi fermato lì, prima che la lussuria prendesse il sopravvento: in fondo ce n'era già d'avanzo per sancire la pace e la conseguente beatificazione di Mourinho.

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