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Mano morbida sulla Serbia

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SimonePieretti Alla fine, la mano dell'Uefa non è stata poi così pesante: tre a zero a tavolino per l'Italia, due partite casalinghe della Serbia a porte chiuse ma solo una effettiva (la seconda con la condizionale) e una multa da 120 mila euro; una partita a porte chiuse per l'Italia, anche questa con la condizionale. Quindi tra l'altro Serbia-Italia in programma il 7 ottobre del prossimo anno si giocherà con i tifosi serbi regolarmente al loro posto. La sentenza della commissione disciplinare a Nyon sugli incidenti che hanno contrassegnato la gara contro la Serbia, sospesa il 12 ottobre a Genova, è stata vissuta come una vittoria dalla delegazione italiana presente presso la sede dell'Uefa e con delusione da Belgrado, che si dice pronta al ricorso nonostante alla fine non sia andata male ai serbi. Eppure, le richieste del procuratore Uefa erano ben più pesanti: esclusione dell'Europeo con la condizionale, tre partite a porte chiuse, 3-0 a tavolino. «Come si può dare il 3-0 a tavolino per una partita durata appena cinque minuti?», afferma il segretario generale della federazione serba Zoran Lakovic, che puntava chiaramente alla ripetizione della gara. La Serbia presenterà ricorso con scarsissime possibilità di successo. Le due federazioni dispongono di tre giorni, dopo la ricezione della sentenza motivata, per inoltrare ricorso che la Figc non intende in alcun modo fare. Per l'Italia, infatti, una sanzione era inevitabile. «La responsabilità oggettiva è uno dei cardini del sistema sportivo», ha ricordato il direttore generale della nazionale italiana Antonello Valentini.

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