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Serve un segnale di forza

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Gliesami non finiscono mai e la Lazio di Reja è attesa stasera a un bivio decisivo della sua stagione. Non tanto per la partita in se (siamo solo alla settima giornata) ma perché un risultato positivo avrebbe un significato straordinario. I biancocelesti attesi al varco da tutti e indicati come meteora delle zone alte della classifica, darebbero un segnale di forza alle altre pretendenti a un posto in Europa. Oltretutto Bari è un campo per tradizione molto difficile e non solo per la sconfitta dell'anno scorso. Poche volte era capitato negli ultimi anni vedere i giocatori della Lazio fare melina sullo 0-2 e aspettare come una liberazione il fischio finale dell'arbitro. Ebbene al San Nicola l'anno passato si è visto anche questo grazie alla stralunata truppa di Ballardini. Inoltre, sempre sul campo di Bari i biancocelesti persero uno scudetto nel 2001 per colpa di un missile dell'interista Dalmat (si giocava in campo neutro). Quindi, oltre ai problemi che la squadra di Ventura sicuramente darà alla banda di Reja, ci sarà da battere anche la tradizione negativa. Non è partito Matuzalem, spazio a Brocchi accanto a Ledesma: a proposito, l'argentino non manca mai, il brasiliano che sarà anche il centrocampista più forte in rosa, continua ad essere tormentato da infortuni che ne stanno penalizzando la sua esperienza laziale. Avanti con Hernanes, Mauri, Floccari e Zarate alla faccia del difensivismo di Reja. Tanto per confermare che le etichette nel mondo del calcio ti restano attaccate anche se non corrispondono alla realtà.

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