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Ranieri: "Troppe assenze"

Claudio Ranieri, allenatore della Roma

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«Almeno ci capissero di calcio» bofonchia Ranieri lasciando la sala stampa dell'Olimpico. Dopo il monologo della vigilia, anche la conferenza post-partita trasuda di nervosismo. Il tecnico non è tranquillo ma prova a difendersi. Mentre la Sensi se ne va infuriata senza parlare, i giocatori non possono farlo, lui parla e stavolta risponde alle domande. «La squadra - dice sulla gara con il Bologna - aveva reagito bene, è un peccato ma ora va come deve andare». Perché va così? «Non vinciamo da agosto in amichevole e questo ci sta portando ansia. Non ritroviamo gli automatismi: non ci sono i giocatori dello scorso anno». Gli fanno notare che in realtà gli assenti sono pochi. «Ho dovuto fare due sostituzioni obbligate. Riise, Vucinic e Taddei non ce li ho - si difende - non ho i ragazzi giusti per il modulo che la squadra conosce». Cioè il 4-2-3-1. Ieri è stato riproposto il rombo, «perché la squadra mi ha fatto capire che vuole continuare a giocare con il trequartista. Ma non è importante il sistema di gioco - spiega Ranieri - contano i giocatori. Quelli che hanno fatto il ritiro si sono fatti male in nazionale, mentre De Rossi e Pizarro hanno fatto una mini preparazione iniziata ad agosto». La difesa continua a sbandare. «Ci mancano delle pedine percui facciamo degli "arrosti misti" - riconosce il tecnico - stavolta abbiamo pagato il calo fisico e soprattutto il fatto che in difesa eravamo nuovi. Perché Burdisso terzino e non Cicinho? L'argentino aveva fatto quel ruolo in amichevole mentre Cicinho a sinistra non ha mai giocato». Con Spalletti sì, più di una volta: a Napoli per esempio fu uno dei migliori. Ranieri respinge anche le accuse sulla preparazione. «Sono vent'anni che faccio questo lavoro e non si vede a inizio stagione se è fatta bene o male. Da un momento all'altro saremo a regime». Poi altri spunti polemici: «Sabato ho parlato solo io perché ci avevano mancato di rispetto. Se qualcuno se l'è presa ha la coda di paglia. Andiamo in ritiro? L'ho sentito dire dai giornalisti ma è una stronzata. Lo ripeto: la squadra è sana. Se mi volesse mandar via, sarei il primo ad andarmene. Anche l'anno scorso fino a un certo punto abbiamo giocato da schifo e voi dicevate che eravamo finiti». Lo pensava pure Spalletti, che infatti se ne è andato.  

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