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Roma atto secondo

Roma, voglia di riscatto

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Si riparte! O almeno la Roma ci prova come se quanto successo in questo avvio di stagione non fosse mai accaduto. È il diktat di un gruppo che ha capito come la situazione rischiasse di precipitare ben oltre le spaccature, per certi versi normali, all'interno di uno spogliatoio. Lì, qualcuno insoddisfatto, infelice, convinto di essere trascurato, ci sarà sempre. Ma se a mettere il broncio è il capitano della squadra, che è la Roma, a Roma e quel capitano si chiama Francesco Totti, allora questione è più complessa. Così, dopo la sfuriata, definita ieri una battuta fatta ai tifosi e il ritorno mesto da Monaco, Totti è tornato a parlare dal suo sito internet. Un chiaro messaggio di pace per riunificare un gruppo che in molti avevano già dato per sfaldato. Vecchie ripicche, figlie di altrettanto vetuste questioni che partono sempre o quasi dalle scale alte della gerarchia societaria: spifferi, suggerimenti, spaccature legate anche la futuro del club, con parte del gruppo pro e un'altra contro. Tutta roba che in questo momento non serve a una Roma che ha un solo modo per salvare la pelle e tornare a correre in campionato e Champions: ricompattarsi. Sarà quindi una sorta di «atto secondo», tutta una storia nuova, quella che la Roma proverà a vivere in campo già domani contro il Bologna all'Olimpico. E le parole di Totti, che fa pace almeno verbale con Ranieri, servono proprio a promulgare questo spirito nuovo. «Un messaggio indirizzato a tutti i tifosi della Roma - attacca il capitano sul web - quelli veri che come me e il mister amano la maglia giallorossa incondizionatamente». Quindi la sua versione dei fatti. «Negli ultimi giorni si è parlato molto e scritto di tutto. A questo punto, per evitare ulteriori interpretazioni devianti rispetto a quella che è la realtà, credo sia doverosa una precisazione: ero con alcuni tifosi lontano dalla zona riservata alla stampa e in quel momento ho semplicemente risposto ad un'affermazione sull'incontro, in modo tipicamente romano, che come i romani sanno è espressivo e colorito. Inoltre chi mi conosce sa bene che quando perso le partite sono il primo ad essere dispiaciuto, prima tifoso e poi come calciatore. Vorrei vedere la mia squadra giocare sempre a viso aperto contro tutti per onorare il nome e la grandezza di questa città che rappresentiamo». Ecco spiegato quel «catenaccio» che non poteva non avere un tono dispreggiativo. «Il dialogo di un calciatore con il proprio allenatore è quotidianità e ancor più se sei il capitano - chiude Totti - ma con Ranieri si va anche al di là di un semplice confrontarsi, è un rapporto decisamente stretto e vero quello che si è creato: il nostro è un Dna di romani e romanisti, un filo conduttore che lega chi parla la stessa lingua, si capisce al volo. Teniamo a questi colori, a questa maglia, ai nostri tifosi». Serviva un segnale di Totti per tornare a correre tutti insieme? Beh, è arrivato e adesso la Roma deve «solo» tornare a fare la Roma.

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