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Ibra che flop

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Ibrahimovic

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Doveva essere la serata di Ibra, Robinho e del nuovo Milan stellare targato Allegri. È stata la serata del neopromosso Cesena, capace di surclassare il dream team rossonero. Un 2-0 inaspettato quanto meritato dalla squadra di Ficcadenti, già sorprendente all'esordio quando costrinse al pareggio i vicecampioni d'Italia della Roma e ora (momentaneamente) prima in classifica insieme a Inter e Cagliari. Accorsi in massa al «Dino Manuzzi» per salutare il ritorno in A della squadra, i tifosi del Cesena non immaginavano di ricevere un simile regalo. Molti, probabilmente, ricordavano l'ultima sfida persa 19 anni fa contro il Milan per un guizzo al 90' di Marco Van Basten e temevano che la storia potesse ripetersi, magari per colpa del nuovo arrivato Ibrahimovic. E invece le nuove stelle del Milan hanno dimostrato di aver bisogno di tempo per conoscersi e soprattutto comprendersi. Scartata l'ipotesi del quadrilatero magico, Allegri ha riproposto il classico 4-3-3 con Gattuso e Ambrosini ai lati di un affaticato Pirlo. Davanti, però, Ibra aveva maggior libertà di svariare e scambiare la posizione con Pato, almeno nella prima mezz'ora. Una mossa forse pensata per liberare Pato dalla marcatura dell'altrettanto veloce Nagatomo. Nei primi venti minuti, pur senza creare occasioni clamorose, il Milan ha effettivamente tenuto in mano il gioco. Il destro di Ronaldinho all'8' e l'impreciso colpo di testa di Thiago Sivla pochi minuti dopo non potevano però impensierire Antonioli. E così, al 31', l'efficace pressing del Cesena portava i frutti sperati da Ficcadenti: liberato sulla destra da Giaccherini, Ceccarelli metteva al centro e Bogdani apriva l'orribile serata di Papastathopoulos, anticipandolo di testa e battendo Abbiati. Tredici minuti più tardi, l'ennesimo errore del centrale greco favoriva la ripartenza del Cesena e lo splendido sinistro dell'ottimo Giaccherini. L'ingresso di Robinho non cambiava l'inerzia di una partita ormai chiusa. Nel secondo tempo, al contrario, i rossoneri si spegnevano progressivamente, fino al rigore calciato sul palo da Ibra al 42'. Per il Milan-champagne si prega di ripassare.

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