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I dolori del mercato in uscita

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Applausie voti lusinghieri per il mercato della Roma. Da sottoscrivere, per quanto riguarda la casella «entrate», nonostante tutte le perplessità relative al tentativo di recupero di Adriano, tuttora in fase embrionale al di là degli ottimismi di facciata. E soprattutto nonostante esigenze non rispettate, per imposizioni economiche, come il mancato completamento dell'organico sul settore degli esterni, mentre si configura qualche esubero nel settore centrale di difesa, considerate le felici indicazioni su Guillermo Burdisso, nazionale argentino in giovanissima età. La casella «uscite» propone invece dati allarmanti, la sola operazione reale rapresentata dalla partenza di Cerci, con qualche rimpianto, alla volta di Firenze. La Roma si porta sul groppone la somma pesante di ingaggi che sembrano un contributo previdenziale, dato che gli orientamenti di Ranieri non prevedono operazioni di recupero. Capisco che nessuno ne voglia sapere di Cicinho, di Antunes, di Loria, forse di Greco, ma per Julio Baptista qualche censura la società se la guadagna, a gennaio Burdisso sarebbe già stato giallorosso se qualcuno non avesse fatto il furbo con Moratti, alzando la quotazione della «bestia». Sano buonsenso suggerisce come non sia salutare giocare a poker con chi ha più soldi di te. A Roma si ferma per ora anche Okaka, che magari sarebbe rimasto volentieri a Londra prima di essere liberato dall'arrivo di Borriello. Ha rifiutato il Bologna, ci saranno motivazioni valide, ma per ora i margini di impiego sono esigui. Alla fine partirà forse il solo Mexes, quello che tutti avrebbero preferito rimanesse.

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