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Balotelli al City: «I'm not a bad boy»

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Paroladi Mario Balotelli. In inglese pronuncia solo queste parole, poi solo risposte in italiano nel giorno della sua presentazione come nuovo giocatore del Manchester City. Al suo fianco c'è Roberto Mancini, il tecnico che lo ha lanciato in Serie A, l'allenatore che il 20enne Mario ha fortemente voluto ritrovare, mettendosi alle spalle l'Inter, l'Italia e le richieste di altri grandi club, lo United su tutti. «Mi volevano tante squadre, ma ho sempre detto al mio procuratore che volevo il City per Mancini - ha spiegato - e credo che qui ci sia l'ambiente giusto per crescere. Sono felice di essere qui. La presenza di Mancini è stata fondamentale, senza di lui forse non sarei venuto, lui mi ha lanciato nel calcio, mi ha dato fiducia e dovevo ripagarlo. I'm not a bad boy - assicura -. In Italia dicono che lo sono, ma non mi ritengo un ragazzo particolare, non sono nè cattivo, nè troppo buono, sono un ragazzo normale, vivace e basta. Ho deciso di andar via dopo Inter-Barcellona. Da quella partita in poi - spiega - sono state scritte pagine intere su di me, era diventato difficile vivere a Milano. Moratti? Non mi sento in colpa, lui è un grande presidente, mi ha sempre trattato bene. Mi ha detto una bella frase prima di andar via, ma non vi dico quale». Per lui intanto garantisce Mancini. «Mario è un ottimo giocatore che sarà molto importante per il nostro futuro e ha tutto per diventare un giocatore fantastico: è giovane, ha una buona tecnica, è forte ed è veloce, ha tutto per diventare tra i migliori al mondo».

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