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Simpatia Italia

Cesare Prandelli, ct della nazionale italiana di calcio

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Ritrovato l'affetto, tornata a vivere la simpatia che nelle gestioni di Marcello Lippi, quella trionfale e quella invereconda, era rimasta a quota zero. Non è andata benissimo, specialmente per quanto riguarda il risultato (sconfitta di misura contro l'ottima Costa d'Avorio), ma la nuova Nazionale di Prandelli ha riscosso consensi dall'opinione pubblica, assai meno severa rispetto alla critica firmata dagli addetti ai lavori. Otto milioni di italiani davanti al televisore per un'amichevole di agosto, un dato con pochi precedenti, la testimonianza di una fiducia nelle idee, ma anche nel modo di porsi, di Cesare Prandelli, che ancora non deve combattere con il mondo intero: come era accaduto, con tutte le giustificazioni del mondo, al suo arcigno predecessore. Sepolto il passato, la storia non ha esempi di immediati ritorni alla gloria, giusto dunque accogliere con i fiori della speranza il nuovo che irrompe e reclama spazi. Non si poteva pretendere troppo, per condizioni ambientali e soprattutto per inevitabili ritardi nella preparazione, altrove già in fase avanzata, per non dire della levatura tecnica di avversari che, quando gli impegni non sono pressanti, sanno esprimere un tasso tecnico di livello più che apprezzabile. Alle partite ufficiali con l'Estonia e con le Far Oer, mancano ancora tre settimane, tutto il tempo per recuperare le forze e la brillantezza venute meno a Upton Park. Non serviranno ulteriori collaudi, anche perché la strada appare già delineata e reclama verifiche confortanti. Prima delle qualificazioni per l'Europa, Prandelli potrà recuperare qualche pezzo importante, Pirlo su tutti, ma intanto ha vinto la sua scommessa con i tifosi, riconquistati alla causa nonostante il passo falso. Cassano e Balotelli, i grandi assenti del Mondiale, hanno meritato la promozione, ora il lavoro del tecnico dovrà indirizzarsi al perfezionamento di meccanismi affrontati con inevitabili impacci nella gara di esordio. Resta però la grande applicazione di tutti gli interpreti, quelli da premiare e quelli da rivedere, ma almeno dovremmo risaprmiarci la noia mortale delle più recenti esibizioni azzurre. E sarà già un significativo passo in avanti.

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