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Alessia affonda

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Alessia Filippi

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Dopo una settimana di bagordi medaglistici conditi dal sapore dolce dell'acqua del lago Balaton, è una nota stonata ad accompagnare il debutto del nuoto tra le corsie in questa 30ª edizione dei Campionati Europei di Budapest. Alessia Filippi non passa neanche l'ostacolo delle batterie e se ne torna mestamente a casa con un laconico «arrivederci a settembre». La nuotatrice romana saluta la rassegna continentale dopo un 200 dorso, unica gara a cui era iscritta, senza velleità di semifinale e conferma un momento di flessione psico-fisica che potrebbe diventare preoccupante. Alessia prova a spiegarlo così: «Sono amareggiata. Non immaginavo di restare esclusa dalle semifinali. Sono partita convinta, come al solito, ma ai 150 metri ho accusato una flessione fisica evidente e ho perso fluidità e spinta. Questa spalla non mi fa allenare come dovrei e non posso non risentirne». Il male oscuro di Alessia Filippi ha un nome banale ma può essere l'incubo peggiore per un nuotatore: «Ho una borsite persistente alla spalla destra, con tanto di infiammazione. Io ho bisogno di allenarmi molto e il fatto di sentire dolore mi ha spinto verso i 200 dorso che necessitano di carichi più leggeri per essere preparati». L'ultima volta di Alessia qui a Budapest fu un vero trionfo e diede inizio a quell'ascesa costante che la fece accomodare di diritto nell'olimpo del nuoto mondiale. Curiosamente, quell'Europeo di 4 anni fa, fu il momento più critico della carriera di Federica Pellegrini. Una stagione transitoria, iniziata male con il quinto posto nei 400 stile libero, l'eliminazione nelle batterie dei 200 dorso e la rinuncia ai 400 misti agli Eurooindor di Istanbul. Ma non si perde d'animo la Filippi e i suoi propositi restano battaglieri: «Sul piano sportivo sono la Alessia di sempre. Cattiva e volenterosa. Venire qui è stata una scommessa, dettata dal fuoco che mi brucia dentro. Sono serena, anche se un po' delusa. Sul piano personale, invece, sono cambiate molte cose. È cresciuta la mia autostima: se riuscirò a trasformarla in energia agonistica nel nuoto sarò un treno». Prossime fermate Shangai e Londra, il treno Filippi non si può fermare.

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