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Tridente si può

As Roma, conferenza stampa di Mirco Vucinic a Riscone di Brunico (Bolzano)

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Tridente, perché no? Ci crede Ranieri, ci credono gli attaccanti della Roma. Forte, bellissimo ma pure spericolato: tocca soprattutto a Mirko Vucinic garantire quegli equilibri fondamentali per tramutare il sogno dell'estate in realtà. Il montenegrino non si tira indieto. È al suo quinto anno in giallorosso, sta per diventare papà: ad ottobre nascerà Alexander, il bambino a cui dedicare tanti gol. Una Roma con lei, Totti e Adriano insieme è possibile? «Sono dell'idea che ognuno possa giocare con chiunque. Basta un po' di sacrificio da parte nostra. A me non importa se parto esterno o centrale: l'importante è giocare. Il tridente è "dispendioso", però abbiamo una rosa ampia e ci sarà sempre qualcuno pronto a sostituire chi è stanco».   Impressioni su Adriano? «L'ho trovato bene, è uno che ha forza e tecnica. Poi è brasiliano: giocare con loro è sempre piacevole». Lei si è presentato in grande forma. «Sì ma le amichevoli di questi giorni non contano. L'anno scorso non ho iniziato molto bene, per due mesi ho faticato ad entrare in forma a causa dell'infortunio al ginocchio».   Riuscirete a partire meglio della scorsa stagione? «Peggio non possiamo fare. Sono arrivati due giocatori importanti come Adriano e Simplicio che ci daranno tanta qualità: la Roma è sicuramente più forte. Anche se sarà dura vogliamo migliorarci». Inter ancora superiore? «Ha qualcosa di più. Benitez è un grande allenatore ma sarà difficile ripetere quello che ha fatto Mourinho».   Ripartire con Ranieri sarà la vostra arma in più? «Si perché da quando è arrivato ci ha dato una scossa, lo ha visto tutto il mondo». Perso il Mondiale, la Champions può essere il torneo della sua consacrazione. «Sto lavorando per riuscirci. Però se potessi scegliere preferirei giocare un Mondiale con il Montenegro». Si dice spesso: Vucinic segna solo gol difficili. «Ora mi sento migliorato. Sono quattro anni che gioco a Roma, una piazza "molto bellissima" che ti fa crescere. Nella prima stagione me ne hanno dette di tutti i colori e questo mi ha aiutato. Poi piano piano ho capito certe cose». Ad esempio? «Che non mi devo abbattere ma lavorare: solo così ottieni risultati». Punta a diventare capocannoniere? «Non mi importa, voglio fare punti. Certo, devo dare il mio contributo con i gol. L'anno scorso è stato il migliore per me alla Roma visto che ho segnato tanto e per un attaccante è fondamentale». Si sente un top player? «No, semplicemente un giocatore normale. Cerco di fare il meglio, a volte ci riesco, altre no». Perché questo profilo basso? «Se voli basso non ti fai male quando cadi».

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