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dall'inviato Alessandro Austini RISCONE Per la prima volta la Roma è tutta sua.

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RanieriII parte da Riscone dove lo scorsò anno il suo predecessore Spalletti preparò per l'ultima volta la squadra, salvo poi abbandonarla dopo appena due partite di campionato e altrettante sconfitte. Ora non c'è un «handicap» da smaltire, ma la situazione è comunque d'emergenza. La fase di transizione societaria blocca il mercato, c'è (per ora) un Burdisso di meno e un Adriano in più: l'altro Imperatore è la grande scommessa della nuova Roma. E se la vince può sperare di competere ancora con l'Inter. Ranieri, dall'alto della sua esperienza, frena subito gli entusiasmi. «Il gap con i nerazzurri - dice l'allenatore - non è e non può essere ridotto, ma noi dobbiamo essere competitivi. Non sono abituato a pormi limiti e al tempo stesso non voglio illudere nessuno. Lotteremo per confermare quello che abbiamo fatto l'anno scorso: vogliamo fare più di 80 punti anche se giocare in Champions te ne toglie qualcuno. Mourinho? Mancherà ai giornalisti, non a me.». Allenare da subito la squadra sarà un vantaggio e il tecnico vuole sfruttarlo al massimo. Ieri non ha fatto in tempo ad arrivare a Riscone che già era in campo a testare le condizioni del terreno insieme al suo staff. Il posto evoca piacevoli ricordi per Ranieri che nel 1973 partecipò qui al ritiro della Roma di Scopigno. «Per me il ritiro è fondamentale: ti permette di capire che aria tira, e se la stagione andrà bene o male». Dai nuovi arrivi si aspetta grandi cose. «Adriano e Simplicio li ho visti vogliosi. L'Imperatore in coppia con Totti? Vedremo, rispetto a Toni ama partire più dietro. Simplicio l'ho preso anche per dare un cambio a Pizarro. Con loro e due centrocampisti di temperamento come De Rossi e Brighi siamo completissimi in quel repartoo Per ora noi e la Juve siamo quelle che si sono mosse meglio sul mercato. Altri acquisti? Abbiamo difficoltà ma aspettiamo». Un acquisto in corsa sarà De Rossi, che lavorerà con i compagni dal 30 luglio. «Ho preferito dargli qualche giorno in più di vacanza per fargli smaltire la delusione del Mondiale. Lui e Totti sono le guide spirituali di questa squadra». I problemi sono in difesa. Burdisso resta un giocatore dell'Inter fino a prova contraria: neanche ieri Pradè a Milano ha incontrato il ds nerazzurro Branca, ma si è limitato a definire i prestiti dei giovani Pettinari e Malomo, rispettivamente a Siena e Verona. «Fino a quando l'Inter - accusa Ranieri - continua con le sue pretese non chiederò alla società un sacrificio. E pensare che l'anno scorso non lo avevano messo neanche in lista Champions... Mexes? Spero che resti, perché non dovrebbe? Punto su di lui e sono convinto che tornerà il titolare della Francia». Nel futuro a breve termine due nodi da sciogliere: il cambio di proprietà e il rinnovo dell'allenatore che non si fascia la testa. «Nella mia carriera ho affrontato cambiamenti societari. Dobbiamo estraniarci da tutto e mantenere competitiva la Roma. Per ora rimangono i Sensi e mi sembra una scelta giusta. Spero che chi verrà dopo possa far meglio di una società che ha vinto uno scudetto e varie coppe. La famiglia Sensi è stata spesso insultata, ma il tempo è galantuomo. Io sto bene qui, ho rifiutato delle offerte. Per il contratto - chiude Ranieri - c'è tempo». Adesso bisogna correre.

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