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Dominio totale del Sudamerica

South Africa 2010, Luis Suarez dell'Uruguay segna contro la Corea del Sud negli ottavi di finale dei Mondiali di calcio

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Due giorni per riprendere fiato, alla fine della lunga volata verso il traguardo delle «final eight». Il primo mondiale africano ha perduto per strada pezzi importanti, la vecchia Europa ha visto sparire sei titoli, i quattro dell'Italia, quello dell'Inghilterra, quello della Francia. A questa seconda fase dell'eliminazione diretta, sul carro del trionfo è il Sudamerica, quasi al gran completo, a casa in anticipo soltanto i cileni, in ammirazione di fronte al Brasile, del resto più di quattro su cinque non sarebbe stato possibile. Possibili invece due semifinali tutte targate Sud America, evento storico.Ci saranno due quarti nobilissimi, tra venerdì e sabato, prima l'Olanda contro i brasiliani, poi ancora di pomeriggio Argentina e Germania: conti in pareggio nelle due finali che le hanno viste di fronte, ma i tedeschi hanno una bacheca più ricca. Andrà in semifinale una tra Uruguay e Ghana, si sono infiltrate ringraziando le defaillances di italiani e inglesi, i primi fuori, gli altri costretti a un ottavo terribile. La guerra iberica, Queiroz l'ha preparata con campo militare e tute mimetiche, la strategia è parsa quella della trincea, l'urto spagnolo frenato dopo un avvio promettente con grandi parate di Eduardo. Poi i miracoli del portiere non sono più bastati, la zampata di David Villa ancora una volta mortale, gli spagnoli hanno più volte sfiorato il raddoppio, fondamentale l'ingresso di Llorente per un Torres ancora impalpabile. L'altro grande protagonista, atteso, era Cristiano Ronaldo: ha fatto quasi da spettatore, la condotta rinunciataria della sua squadra non l'ha aiutato. E adesso un'altra delle grandi d'Europa ha la possibilità, battendo il Paraguay, di rompere l'egemonia del Sud America. Alla lunga ha pagato il bel gioco delle furie rosse, manovre spesso da appalusi, controllo totale. Finalmente si sono visti quei calci di rigori che regalano palpiti perfino agli spettatori disinteressati. Sono arrivati, dopo centoventi minuti di inutili tentativi, per designare la promozione di una tra Paraguay e Giappone, infallibili i tiratori platensi, primo esecutore l'atalantino Barreto. Tentazione di harakiri per il povero Komano, tiro sulla traversa, proprio come era accaduto a Trezeguet nella finale di Berlino. Però il Paraguay ha meritato, stavolta la tattica molto conservativa non è servita ai giapponesi, occasioni da rete in netta prevalenza per i vincitori del nostro girone, dato statistico che non offre motivi di consolazione per il disastro italiano, completato dal ritorno a casa di Rosetti dopo la frana sul gol fasullo di Tevez.

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