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La Ferrari contro la Fia: regole da rifare

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Ilday after di Valencia viene vissuto in casa Ferrari ancora con l'amaro in bocca per il torto subìto nel Gp d'Europa. Dopo le rabbiose reazioni a caldo di Alonso e Domenicali, ieri sono scesi in campo Piero Ferrari e Luca di Montezemolo, sottolineando come ci sia bisogno di una pesante rivisitazione delle normative che regolano l'ingresso in pista della Safety car. Nonché di una maggiore rapidità nelle decisioni dei giudici di gara per evitare che le sanzioni siano aggirate dai colpevoli. Per due volte, nel 2010, la Safety car ha creato «scompensi» in pista. La prima volta a Montecarlo, col sorpasso di Schumi ad Alonso all'ultima curva con la macchina di sicurezza che era appena rientrata ai box, la seconda a Valencia, col caos dovuto all'irregolarità di Hamilton. Chiarito dalla Fia il primo punto (se la Safety car lascia la pista all'ultimo giro i piloti non possono più superarsi), resta da dirimere la seconda questione. Tenendo presente che, se anche Hamilton non avesse compiuto scorrettezze, Vettel sarebbe stato comunque clamorosamente avvantaggiato. La soluzione ideale sarebbe tornare alla regola in vigore nel 2009, quando in regime di Safety car i box erano chiusi e non era possibile cambiare le gomme. I piloti dovevano accodarsi alla macchina di sicurezza e i doppiati potevano «sdoppiarsi». Si eviterebbe, in tal modo, anche il ripetersi di un caso come quello del Singapore-gate nel 2008. Ne perderebbe un po' forse la spettacolarità, ma non si verificherebbero ingiustizie come quella subita dalla Rossa a Valencia. Car. Sol.

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