Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Fallimento Rosso

Stefano Domenicali

  • a
  • a
  • a

«Credo che abbiate visto tutti quello che è successo, a fine gara non si dovrebbe dire nulla ma sono molto arrabbiato perché certe cose non devono capitare. Oggi abbiamo pagato qualcosa che non deve succedere». Stefano Domenicali prova a mantenere il suo abituale aplomb, ma stavolta è impossibile. Che la Ferrari sia stata scippata di un podio quasi certo è un dato di fatto. Ma da oggi, a Maranello, dovranno fare i conti con altri dati, quelli impietosi delle classifiche. Che, al giro di boa della stagione, certificano la fine della corsa della Rossa. Se dopo nove Gran Premi il Cavallino è fuori dalla lotta per entrambi i titoli mondiali non è però solo colpa dei commissari di gara di Valencia. Semmai, il problema è che la Ferrari è arrivata al Gp d'Europa già con l'acqua alla gola, con l'impossibilità di commettere altri errori. Errori che, invece, anche se non così evidenti sono arrivati anche nel week end spagnolo. E chiamano in causa direttamente i piloti. Domenicali non ne aveva fatto mistero al termine delle qualifiche. Il quarto e quinto posto sulla griglia di Alonso e Massa non potevano essere considerati risultati soddisfacenti per una F10 che si era presentata al traguardo in veste completamente rinnovata. Lo spagnolo, in particolare, aveva vanificato un miglior piazzamento con una serie di piccole sbavature nei due giri decisivi. In gara inoltre, dopo aver perso posizioni per cause «esterne», Alonso non è mai riuscito ad attaccare Sutil prima e Buemi poi, facendosi infilare nel finale da un Kobayashi che sulla sua Sauber ha lo stesso motore Ferrari. Inutile dire che a Maranello si aspettavano qualcosa di più da un due volte campione del mondo. Ma sarebbe ingiusto dare la colpa solo ai piloti. Su due piste che dovevano esserle congeniali, la F10 non ha mostrato di andare più forte della concorrenza. Cosa accadrà su circuiti come Silverstone o Hockenheim favorevoli a Red Bull e McLaren? Il tanto atteso «step» aerodinamico non ha dato i risultati sperati. Il problema sta in una monoposto che, già in inverno, era nata vecchia. Da tre anni a Maranello si ripropone lo stesso schema di vettura, mentre gli altri si inventano doppi diffusori, sospensioni a tirante, scarichi bassi o ali soffiate. La famosa creatività italiana sembra scomparsa proprio nel momento in cui Montezemolo ha voluto un team tutto tricolore e l'ha dato in mano ai vari Domenicali e Costa. Un progetto che adesso, dai piani alti, viene in parte sconfessato. L'arrivo dell'ingegnere Pat Fry dalla McLaren, da questo punto di vista, è indicativo. Anche se, visto il ruolo che Fry andrà a ricoprire (vice di Aldo Costa), appare più un tentativo di spronare la squadra che un cambiamento sostanziale. Domenicali non dovrebbe rischiare il posto, ma da oggi dovrà per forza di cose pensare anche al 2011. Perché due anni lontani dalla vetta per la Rossa sono troppi. E se non cambierà la mentalità di tecnici, ingegneri e piloti, della squadra insomma, come nel calcio a pagare sarà l'allenatore.

Dai blog