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Vietato sbagliare

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Mbombela Stadium di Nelspruit, Sudafrica. Foto per i giocatori dell'Italia Fabio Cannavaro, Domenico Criscito, Salvatore Bocchetti, Antonio Di Natale, Fabio Quagliarell e Gennaro Gattuso

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Ci siamo! Ecco la seconda chance per gli azzurri al mondiale sudafricano: oggi tocca alla Nuova Zelanda. Aiutati dall'ormai noto fattore «C» che contrassegna la gestione Lippi, Cannavaro & Co. sono usciti indenni anche dall'incolore pareggio col Paraguay nell'attesissimo esordio. Un passo falso spazzato via dal gol di Reid a tempo scaduto che ha rimesso in piedi la Nuova Zelanda contro la Slovacchia... che malinconia considerando che siamo i campioni del mondo. Comunque si riparte da capo, tutti a quota «uno», ma con nuove certezze e qualche assenza pesante in più. La nota negativa, manco a dirlo, è il forfait del numero uno azzurro campione del mondo che alla fine ha dovuto fare i conti con una schiena complice dell'ultimo campionato a singhiozzo. Con Buffon ko tocca a Marchetti, talentuoso esordiente sbucato, non più pivellino, dalle righe del sorprendente Cagliari di Allegri: già emigrato, non caso, a casa-Milan. La nota positiva è l'aver capito, evitando danni eccessivi, che l'Italia senza Pirlo non poteva continuare a giocare come se il talento del milanista fosse ugualmente in campo. Inutile continuare a chiedere al modesto Marchisio (quello del «Roma ladrona» tanto per intenderci) che ha mostrato più talento in satira: non ha i piedi e la testa adatta per giocare in quel ruolo. Meglio quindi un più fisico 4-4-2, per altro pre-annunciato dalle convocazioni a sorpresa di Lippi, accantonando il bel gioco e i voli pindarici. Quando il ct decide di lasciare a casa il talento, ovvio che abbia già in mente di giocare la carta della prestanza fisica, della quantità. Così, quella che oggi alle 16 farà la sua comparsa al Mbomobela Stadium di Nelspruit contro la Nuova Zelanda sarà una Italia «formato Italia». Una squadra più realistica e operaia rispetto a quella che riportò la coppa da Berlino: che non c'è più. Scelta, arrivati a questo punto, giusta. Anche perché, tranne Marchetti, gli undici in campo saranno esattamente gli stessi (c'è solo un dubbio Iaquinta-Di Natale con lo juventino favorito). Cambierà solo il modulo. D'ora in poi è già vietato sbagliare se non si vuole far la fine di colleghi illustri: vedi Francia, Inghilterra, Spagna ma anche Germania che resta comunque la «grande» tra le europee che ha impressionato di più. Gli italiani hanno l'amaro in bocca perché, vedendo quanto successo finora, l'Italia se avesse davvero portato il meglio offerto dall'ultima stagione di campionato questo mondiale lo avrebbe potuto vincere a mani basse: almeno sulla carta, perché nella testa di Lippi evidentemente non è così. Dipenderà molto dagli uomini chiave di questo gruppo: uno su tutti Daniele De Rossi che sembra aver raccolto da terra la mappa scivolata dalle mani a Pirlo, senza la quale sarà difficilissimo trovare la strada per tornare al centro del mondo. Intanto shhhh... silenzio! Alle 16 gioca l'Italia e il Paese, per una volta ancora, tornerà a bloccarsi... nonostante la Lega e Radio Padania.  

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