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Tulipani in fiore

Mondiali 2010, l'Olanda esulta

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Brutta, quasi irriconoscibile, ma vincente. L'Olanda fa il suo esordio nel Mondiale superando 2-0 la Danimarca. Il risultato, però, è bugiardo. Priva di Arjen Robben, la nazionale arancione ha faticato oltremodo per scardinare la difesa avversaria. Solo un clamoroso errore del maldestro Simon Poulsen, responsabile dell'autogol di Agger, ha sbloccato la partita e consegnato la vittoria all'Olanda. Il tecnico danese Morten Olsen può recriminare. Nel primo tempo la sua squadra ha imbrigliato alla perfezione i giocolieri arancioni, sfiorando addirittura il vantaggio in contropiede. Merito della vivacità dell'eterno Dennis Rommedahl: dai suoi piedi parte prima un perfetto cross per l'imprecisa testa di Bendtner, poi un velenoso tiro bloccato da Stekelenburg. Gli attacchi dell'Olanda sono invece confusi e sterili. E così, dopo soli 30 secondi dall'inizio della ripresa, ci pensa il povero Simon Poulsen a dare una mano alla nazionale arancione. Sull'innocuo cross dalla sinistra di Van Persie il terzino danese è spaesato, colpisce di testa in modo maldestro e indirizza il pallone verso la schiena del compagno Agger: la carambola è letale, la sfera batte sul palo e finisce in rete. Il vantaggio libera l'Olanda. Nulla di eccezionale, sia ben chiaro: il gioco spettacolare mostrato dagli arancioni nelle qualificazioni non è ancora sbarcato in Sudafrica. Vista l'inconsistenza offensiva della Danimarca, del resto, l'1-0 potrebbe bastare agli uomini di Van Marwijk. A scombinare i piani ci pensa al 40' Kuyt, raccogliendo una conclusione dello scatenato Elia finita sul palo e chiudendo la partita. Sabato l'Olanda torna in campo contro il Giappone, capace ieri di sovvertire il pronostico e battere 1-0 il Camerun (gol decisivo al 39' del primo tempo di Honda, pescato solo in area da un cross di Matsui). Una sfida certo non impossibile per gli arancioni, a conferma di un girone piuttosto semplice che permette a Van Marwijk di gestire con calma il recupero di Robben. Per lo spettacolo c'è tempo.

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