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Un'edizione senza infamia e senza lode

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Archiviato.Senza infamia e senza lode. È l'esito complessivo del Golden Gala, quarta tappa della Diamond League, in una scenografia che solo gli accorgimenti messi in atto dagli organizzatori hanno reso passabile, colmando parzialmente i vistosi vuoti di uno stadio che ha risentito, in fatto di presenze di pubblico, dell'assenza pressoché totale di atleti italiani in condizioni di competere con il prossimo. Unica in grado di non sfigurare ai massimi livelli, ma reduce da una mononucleosi e a corto di preparazione, Antonietta Di Martino non è andata nell'alto oltre l'1.95, molto lontana da Vlasic e Howard-Lowe, salite a 2.03. Nella gara più attesa, primo con quattro metri abbondanti sugli avversari, il cronometro tuttavia bloccato al traguardo dei 100 a 9"82, Asafa Powell ha confermato come l'unico superman della velocità esistente nel globo sia Usain Bolt. Con la prestazione di ieri sera, il giamaicano è comunque sceso per la sessantatreesima volta sotto i dieci secondi netti. Questo va scritto per soddisfare le statistiche, ma anche per dare concretezza alla qualità di un atleta che da più stagioni è ai vertici delle graduatorie mondiali. Per il resto, la formula del circuito internazionale di meeting ha mostrato nuovamente, soprattutto nelle gare di mezzofondo, la sua solita fragilità spettacolare.

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