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Riscatto Alonso Rimonta e perdono

Fernando Alonso

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Tre ore abbondanti per cambiare il risultato di una corsa e ribaltare il giudizio su un pilota. Tanto ci hanno messo i commissari di gara del Gp di Montecarlo a penalizzare Michael Schumacher e restituire il sesto posto a Fernando Alonso. La cui prestazione, vista la classifica finale, non può che essere giudicata con i galloni dell'impresa. Da ultimo a sesto sul circuito cittadino del Principato, dove i sorpassi sono praticamente impossibili e anche vetture come Virgin o Hispania rischiano di diventare avversari insormontabili. E invece lo spagnolo della Ferrari ha concluso in crescendo un week end partito bene con le libere del giovedì e continuato malissimo con l'errore nella mattinata di sabato che lo aveva costretto a rinunciare alle qualifiche e a partire ieri dalla pit lane. In testa al gruppo si è corsa un'altra gara, con le due Red Bull ancora una volta al traguardo in parata. Webber primo dall'inizio alla fine, Vettel capace di scavalcare Kubica in partenza e di conservare la piazza d'onore fino al traguardo. Massa parte e arriva quarto, Hamilton dietro di lui, e le uniche emozioni nella lunga processione monegasca le regala la Safety Car continuamente in pista. Proprio all'inizio, infatti, si verifica l'episodio che cambierà la gara di Alonso. Hulkenberg finisce contro le protezioni sotto il tunnel e la corsa viene subito neutralizzata. Lo spagnolo, partito con le gomme morbide, ne approfitta per cambiare i pneumatici senza perdere posizioni e monta le coperture dure per andare fino in fondo alla corsa. Poi inizia la lunga rincorsa, con il faticoso sorpasso alla Virgin di Di Grassi e quelli più agevoli su Trulli, Glock e Kovalainen. A quel punto le altre macchine incominciano il walzer dei pit stop e il ferrarista si ritrova settimo, da ventiquattresimo che era, dopo soli 27 giri dei 78 totali. Solo che adesso non si ritrova più davanti le «tartarughe», bensì la McLaren di Hamilton, e quindi la rimonta si arresta. Anche perché Alonso deve gestire pneumatici che hanno alle spalle venti giri in più rispetto agli avversari e non può permettersi di spremerli troppo. Lo spagnolo guadagna un'altra posizione grazie al pit stop di Rosberg ma poi si limita a gestire, senza affanni, una sesta piazza comunque insperata. Nel frattempo la Safety Car entra altre tre volte in pista impedendo di fatto al serpentone delle auto di distanziarsi. L'episodio che potrebbe cambiare la gara del ferrarista avviene all'ultimo giro. Dopo lo scontro tra Trulli e Chandhok, la Safety Car sta per tornare ai box, ma essendo l'ultima tornata i corridori non possono sorpassarsi prima del traguardo. In pratica, le posizioni sono congelate. Per tutti, ma non per Schumacher, che approfitta di un lungo di Fernando per sopravanzarlo proprio all'ultima curva. Una violazione marchiana del regolamento che però i commissari puniscono solo dopo tre ore, probabilmente perplessi per l'errore di Alonso. Alla fine Schumi subisce 20 secondi di penalità e finisce addirittura dodicesimo - ma la Mercedes ha annunciato ricorso, appuntamento al prossimo Consiglio Fia - mentre lo spagnolo tira un sospiro di sollievo e gongola per l'essere rimasto a soli tre punti dalla vetta del Mondiale dopo un Gran Premio che si annunciava disgraziato. Solo che in testa alla classifica non c'è più Jenson Button, fermato da un problema ai radiatori nei primissimi giri, bensì la coppia di piloti della velocissima Red Bull a pari merito. Così, adesso, il margine di errore della Ferrari è davvero terminato. Dalla Turchia, tra due settimane o si massimizzano le prestazioni della F10 o la monoposto che «si mette le ali» rischia davvero di volare via.

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