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La Roma vince ma non basta

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Ranieri: noi i protagonisti

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Non è andata come sperava, ma la Roma ha fatto di tutto fino all'ultimo istante, obbligando l'Inter a soffrire fino al 90' dell'ultima partita per conquistare lo scudetto. Una Roma che non ha mai mollato, vincendo con autorità a Verona grazie ai gol di Vucinic e De Rossi e aspettando buone notizie da Siena. Ma il gol di Milito ha gelato la gioia della banda-Ranieri, che solo per qualche minuto ha assaporato il tricolore, quelli cioè tra la rete di Vucinic (39' del primo tempo) e quella di Milito (12' della ripresa). Diciotto minuti (più l'intervallo) da campione d'Italia aumentano il rammarico in una squadra che aveva avuto la forza di rimontare un distacco abissale ma alla fine è mancata sul più bello, perdendo con la Samp il match-ball. VUCINIC, DESTRO SOTTO L'INCROCIO - Al Bentegodi Di Carlo cambia molto: in porta va Squizzi (Sorrentino sarebbe in orbita Roma), rientra Yepes in difesa e con lui c'è Scardina. Rigoni e Marcolini in panchina, c'è spazio per Ariatti e Iori. Là davanti Pellissier fa coppia con Granoche, con Bentivoglio trequartista. Un buon Chievo, e la Roma fa fatica. Julio Sergio para un'incursione di Bentivoglio, poi è in pratica un assolo della Roma, schierata da Ranieri con il solito 4-2-3-1 e la sorpresa Taddei in campo dal 1' al posto di Menez. Bagliore Chievo, poi è in pratica solo Roma. Che con Totti mette paura a Squizzi in tre occasioni in altrettanti minuti: un palo e due conclusioni ben parate dal portiere gialloblù lo «score» del capitano, ben assecondato da Vucinic (Squizzi c'è ancora). Il Chievo tenta qualche sortita ma Burdisso e Juan fanno buona guardia e al 39' arriva il meritato vantaggio giallorosso: con Vucinic che, servito alla perfezione da De Rossi, fa fuori Sardo e con un destro sotto l'incrocio non lascia scampo a Squizzi. Roma avanti e in questo momento campione d'Italia visto lo 0-0 di Siena.   GRAN GOL DI CAPITAN FUTURO - Ma Totti e compagni hanno evidentemente deciso di «seguire» solo la sfida in Toscana e allora passano pochi minuti e De Rossi, con un clamoroso destro dai 30 metri, mette in ghiaccio la partita e fa il suo. Un pò distratti i giallorossi in avvio di ripresa, con il Chievo che tiene il pallino ma Julio Sergio non deve fare miracoli anche se è impegnato spesso in uscite alte e basse (soprattutto su Pellissier dopo l'incursione di Luciano). Tutto sommato ordinaria amministrazione per la formazione di Ranieri, mentre Di Carlo vuole giocarsela comunque fino alla fine con De Paula per lo stanco Ariatti: arriva nel frattempo la notizia del vantaggio nerazzurro, lo scudetto è più lontano, ma la Roma va vicina al tris con Totti e Vucinic. Poi Ranieri cambia per infortuni Cassetti e De Rossi (dentro Tonetto e Brighi). I ritmi precipitano, il Chievo prova ad attaccare con una certa insistenza senza tuttavia impensierire Burdisso e Juan, baluardi invalicabili al cospetto della fragile linea offensiva clivense. La testa dei giallorossi è a Siena, dove il risultato è ancora in bilico, e al Bentegodi si vive un clima surreale, con i 20.000 tifosi giallorossi che regalano spettacolo sventolando con orgoglio le proprie bandiere. Ultimi lampi di Brighi e Mexes, ma finisce così, con la Roma che chiude a testa altissima, a un soffio dal sogno-scudetto, e tra gli applausi. Giusto merito a chi ha contribuito a rendere entusiasmante un torneo che a marzo sembrava già chiuso.  

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