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Mai come ora gli Europei del 2016 appaiono lontani per l'Italia perché il rapporto della Uefa sul dossier nostrano non lascia ben sperare.

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Tantii punti che fanno storcere il naso al governo di Nyon, a partire dall'eredità che Euro2016 lascerebbe visto che i progetti per le infrastrutture «sono presentati in modo generico e alcuni di essi non sembrano legati all'evento». In relazione all'aspetto socio-ambientale della candidatura italiana, la Uefa ammette che alcune delle affermazioni fatte, come «impatto positivo sull'ambiente in ogni fase», «avrebbero beneficiato di una spiegazione», anche per capire come certi obiettivi «possano essere raggiunti». Ma la nota dolente riguarda gli stadi. Dei 12 impianti proposti ne esiste solo uno (Roma), otto «avrebbero bisogno di maggiori rinnovamenti» e tre «sarebbero di nuova costruzione. Un totale di 740 milioni di euro sarebbero investiti sugli stadi» ma al momento le autorità pubbliche avrebbero garantito la copertura solo dell'86% della cifra. Ma se fin qui la Uefa aveva criticato la forma della candidatura italiana, adesso se ne discute anche la sostanza visto che, se l'Italia prevede di completare tutti gli impianti entro il luglio 2014, la Uefa è di diverso avviso. Nel caso dei lavori di ristrutturazione che riguardano otto impianti, «le società di casa continueranno a giocarci, il che potrebbe complicare i lavori e ripercuotersi sulle scadenze per la consegna». Altra stoccata sulle previsioni che riguardano il ticketing, visto che i prezzi presentati sono «molto più alti rispetto a Euro2008». Considerato questo e la grandezza degli stadi, «le entrate previste dalla biglietteria sono molto alte e irrealistiche». Le speranze di vincere la corsa con Francia e Turchia sembrano ora ridottissime, anche se il presidente della Figc Abete non molla: «La partita è ancora aperta - ha detto - ma adesso voglio leggere attentamente il dossier sulle tre candidature».

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