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Bob e Mike, trionfo nel silenzio

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Dichi si tratta? Inutile sforzarsi troppo, sarebbe impossibile arrivarci. Perché non si parla di Federer o Nadal, ma dei 32enni gemelli americani Bob e Mike Bryan, trionfatori del torneo di doppio degli Internazionali. Strano destino, il loro. Hanno provato a cimentarsi nel singolare, ma tutto li spingeva verso il gioco di coppia: l'innata affinità che nasce tra due gemelli e la naturale complementarità nel gioco tra un mancino, Bob, e un destrorso, Mike. Tuttavia, i doppisti più vincenti della storia hanno avuto la sfortuna di vivere in un'epoca in cui la loro specialità è finita nel dimenticatoio. Oggi il doppio è considerato dai «big» poco più che un allenamento e torna in auge, e in tv, solo in Coppa Davis. Ed è un peccato, perché era soprattutto nelle partite a 4 che si approfondiva l'istinto per il gioca d'attacco, il serve and volley, lo smash. Tutti aspetti che con la generazione dei palleggiatori spagnoli, a partire da Sergi Bruguera per arrivare proprio a Nadal, sono passati in secondo piano. Il doppio e il singolare sono ormai due sport diversi, tanto che difficilmente ci sono giocatori capaci di ben figurare in entrambe le discipline. Una sola cosa, purtroppo per gli italiani, non cambia: anche nel gioco di coppia una vittoria azzurra a Roma manca da un'eternità. Precisamente dal 1991, quando Camporese faceva coppia con Ivanisevic. Per ritrovare un duo tutto azzurro sul trono bisogna invece risalire al 1960: Sirola-Pietrangeli. Due che, per l'appunto, anche nel singolare non erano scarsini.Car. Sol.

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