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Le azzurre a Roma stendono la Repubblica Ceca e accedono alla quarta finale di Fed Cup in 5 anni

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Il6 e 7 novembre le azzurre giocheranno la quarta finale negli ultimi cinque anni, alla caccia della terza storica coppa: un record difficilmente eguagliabile. Il successo italiano porta ancora una volta la firma di Flavia Pennetta, capace di agguantare il punto decisivo: la "riserva" ceca Petra Kvitova fa quel che può, ma esce sconfitta 7-6, 6-2 da un Pietrangeli riempito dal calore e dall'entusiasmo del pubblico romano. Nel corso del pomeriggio la vittoria si trasforma in trionfo grazie a Sara Errani (6-4, 6-2 a Lucie Hradecka) e al doppio Schiavone-Errani (6-2, 6-4 a Peschke-Hradecka). «Abbiamo scritto un'altra pagina del tennis italiano – osserva un raggiante Barazzutti – Le ragazze meritano gli applausi del pubblico. Sono più forti della nostra squadra maschile che nel 1976 vinse la Coppa Davis». Fare paragoni è difficile, anche perché per raggiungere la finale di Fed Cup "basta" vincere due partite. Dare torto a Barazzutti, parte integrante dell'impresa cilena 35 anni fa, è però impossibile. «Siamo la squadra migliore al mondo – afferma con orgoglio Flavia Pennetta – Quattro finali in cinque anni sono un record difficilmente eguagliabile: non è semplice creare un gruppo così competitivo e soprattutto compatto. Una rarità tra le donne, che spesso sono un po' acide!». Com'era naturale, il 2-0 della prima giornata tranquillizza le azzurre e rende le cose più facili. Più facili, ma certo non scontate. Pur rinfrancata dal forfait della sua bestia nera Lucie Safarova, la Pennetta deve infatti faticare per battere la giovane Kvitova, mandata in campo all'ultimo momento dal capitano Petr Pala. Numero 60 al mondo ma in costante ascesa, mancina e scostante proprio come la più forte compagna di squadra, Petra aveva perso i due match giocati contro Flavia, in entrambi i casi con un doppio 6-3. Ma i precedenti in Fed Cup contano fino a un certo punto. La Pennetta parte forte, piazza un parziale incoraggiante di 8 punti a 1 e scappa 2-0. La Kvitova sbaglia tutto quello che può sbagliare, confermando l'incostanza delle mancine ceche. Flavia cede a zero un servizio, ma continua a spingere come le chiede Barazzutti, aggredisce la Kvitova, non la fa pensare, vola 4-1 e poi 5-2 con due vincenti di dritto e un fantastico contropiede al volo di rovescio. Primo set ipotecato? Macchè. Sul 5-2 la ceca annulla un set point con un rovescio che pizzica la linea, poi infila un parziale di 10 punti a 1 e in un battibaleno è 5-5. La Pennetta reagisce e si va al tie-break, dove regala subito due punti. La ceca non vuole essere da meno e sbaglia quattro dritti in fila. Flavia scappa 5-2 e si guadagna tre set point con uno doppio smash, poi ci pensa la ceca con l'ennesimo doppio fallo. Game, set e match. La Kvitova subisce il colpo. E così nel secondo set Flavia scappa 2-0 e 5-1, comanda il gioco da fondo campo, migliora con la prima servizio. C'è tempo per un ultimo, disperato tentativo della ceca di rientrare in partita. Ma è tardi: con l'ultimo ace la Pennetta regala la finale all'Italia. E ora chi è meglio incontrare? Stati Uniti o Russia? «Meglio gli Usa – scherza (ma non troppo) Flavia – Almeno dopo il match possiamo goderci qualche giorno di vacanza». «Dipende da chi gioca – osserva Barazzutti – Gli Stati Uniti senza le Williams sono battibili, la Russia ha tante giocatrici di alto livello. In ogni caso questa squadra può battere chiunque».

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