Cristiano Cesarini Luigi Simoni, 71 anni, ha allenato la Lazio nella stagione 1985-1986 (nella foto), mentre ha diretto il Genoa, con la cui maglia ha giocato da centrocampista dal 1971 al 1974, dal 1974 al 1978 e successivamente dal 1980 al 1984.

LaLazio potenzialmente è una buona squadra, e nel momento della resa dei conti verrà fuori quel qualcosa in più rispetto alle altre concorrenti». Come mai la Lazio si è trovata così in basso? «Magari paga un po' di supponenza. All'inizio si pensava di poter fare a meno di Pandev e Ledesma». Come ha visto il derby? «La Lazio ha fatto molto bene nel primo tempo. La Roma è sorretta da grande morale, ed in qualche episodio le gira bene». Come va recuperato Floccari? «Tecnico, squadra e pubblico devono fare di tutto per aiutare il ragazzo a tirarsi su di morale. I rigori li sbagliavano anche Baggio e Platini, la cosa va presa anche con fatalismo». Come giudica il Genoa? «Applica un gioco totale con una precisa identità. Bisogna stare attenti a non concedergli il contropiede, sono rapidi e sfruttano molto le corsie laterali». Che ambiente troverà la Lazio? «Il Genoa è un fatto familiare del quale si parla quotidianamente con la nonna, con i bambini. I tifosi sono legati alla squadra, l'ambiente è caldo, ma sereno. Il pubblico fa il tifo per la sua squadra, ma non si scaglia contro gli avversari». La sua esperienza laziale? «Ho vissuto un periodo difficile. Chinaglia lasciò la presidenza della Lazio, e ogni giorno si presentava uno che diceva che sarebbe stato il nuovo presidente. Alla fine ci siamo salvati dalla C, e nell'ultima gara col Brescia i tifosi riempirono la Curva di striscioni per me. Ho la Lazio nel cuore». Reja? «È un gran professionista, lo conosco molto bene, dà garanzie. Certo, ha trovato una strada dissestata, e non sta avendo la fortuna dalla sua». La Lazio ha una squadra da ristrutturare? «No, come possono essere quelli di Milan o Juve. La società, senza le ambizioni di questi club, con 2 o 3 innesti può creare un ottimo complesso».