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L'Inter non molla niente

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L'allenatore dell'Inter Jose Mourinho parla con Cesare Prandelli della Fiorentina

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Ci mette un'ora l'Inter per regolare la pratica Fiorentina di coppa Italia. Dopo l'1 a 0 di San Siro, passa a una meritata finale per una probabile prosecuzione della sfida infinita con la Roma e cominciare a concentrarsi seriamente sui prossimi, pesantissimi impegni per i nerazzurri: di campionato, e chiaramente di Champions League. Un'ora di buon calcio, affrontata da Mourinho con una formazione finalmente piena di riserve, che comunque riescono a garantire la qualità necessaria per mettere sotto i viola, almeno nel risultato.   Perché in quanto al gioco, soprattutto nel primo tempo, la Fiorentina, primi minuti a parte, è stata superiore, con occasioni più o meno pari perché l'Inter e le sue individualità riescono comunque a farsi sempre sentire. Come con Eto'o al 12', quando fa tutto da solo ma calcia alto di destro, al 15' quando su suggerimento di Maicon dalla destra sempre lui si fa anticipare da De Silvestri e non riesce a concludere. Ancora di più con Balotelli una decina di minuti dopo, quando l'attaccante nerazzurro ruba palla a centrocampo e si presenta al tiro davanti a Frey: la palla esce di pochissimo, e per l'Inter le chance di segnare si esauriscono qui. Perché la squadra di Prandelli cresce, guadagna metri di campo e comincia a mettere paura ai nerazzurri.   Con Gilardino in particolare: sul quale Julio Cesar non può mai nulla, ma prima Lucio e poi Chivu, in anticipo, salvano in condizioni ormai disperate. Quelle che invece cambiano radicalmente quando inizia la ripresa Con Frey subito bravissimo su un gran destro di Balotelli, con lo stesso bresciano che su tiro-cross di Lucio, dal corner successivo, manca la palla della finale. Quella che invece non si lascia sfuggire, guarda caso, Samuel Eto'o al 12': bella palla di Thiago Motta, difesa viola assolutamente immobile, l'ex blaugrana è solo e piazza il suo sinistro sotto l'incrocio. La gara di fatto finisce lì, con Prandelli e i suoi che capiscono bene le difficoltà di segnare tre gol in mezz'ora contro questa Inter. Che intanto, all'inizio di un trittico in crescendo che prevede anche Juventus, venerdì, e Barcellona in casa martedì prossimo, mette in cascina l'ennesima finale di coppa Italia degli ultimi anni. Dei tre è il trofeo meno importante e di certo meno ambito da Mourinho e Moratti, ma col rischio «zeru tituli» che incombe, di questi tempi, meglio non buttar via niente.

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