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Gioia De Rossi

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L'esultanza di Daniele De Rossi alla fine di Roma-Inter (foto Gmt)

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Daniele s'è baciato la maglia sul petto, lì dove la Roma sogna di cucirsi lo scudetto. Rodrigo è entrato dalla panchina e ha dato tutto e di più, Philippe in panchina ci è rimasto per tutta la partita ma al gol di Toni è corso ad abbracciarlo sotto la curva. De Rossi, Taddei e Mexes: tre flash fotografano un gruppo che ora ci crede come mai. Unito, forte e capace di «giocare oltre i suoi limiti», come analizza Montali. Uno spirito impersonficato alla perfezione da De Rossi. Dopo il bacio alla maglia, uno al parastinco «dove c'è - racconta - il volto di mia figlia ritratto. Sono uscito per una botta sulla tibia, volevo restare in campo ma sarebbe stata una bestemmia quando in panchina c'è uno come Brighi. Il bacio allo scudetto? La Roma la amo troppo, viene dopo mia figlia: non è ruffianeria».   Nessuno lo penserebbe mai, come lui non pensava allo scudetto fino a poco tempo fa. «Ora ci si deve credere. All'inizio ero molto scettico, adesso sarebbe un delitto non provarci. Vendetta sull'Inter? Su quel campionato già ho parlato e penso ancora lo stesso. Non ce lo leverà mai nessuno». L'eccellenza di ieri è Toni, quinto gol in nove partite. «Ho sensazioni stupende - racconta il migliore in campo - abbiamo fatto tre punti importantissimi e una grande prestazione. Il palo di Milito? Forse sì, se avesse segnato sarebbe stata una mazzata. Adesso dobbiamo vincerle tutte e sperare in un loro passo falso. Il Mondiale? Mi godo questo momento - chiude Toni - e questa serata stupenda». Per il Sudafrica c'è tempo. «Bravi tutti - dice Taddei - anche chi sta fuori non deve abbattersi: Ranieri tiene tutti in considerazione. Adesso lasciamo ai tifosi l'euforia e concentriamoci sulla gara di Bari». Vucinic frena ma sa tanto di bluff. «Scudetto? No, l'Inter è ancora avanti. Dobbiamo aspettare un loro passo falso e poi essere bravi a stare lì dietro per scavalcarli». «Sono contento di far parte della Roma - annuncia Menez - dobbiamo credere nello scudetto ma attenti, si vince all'ultima giornata». Alla fine, sorride anche Mexes. «Una vittoria importante - dice il grande escluso - che ci permette di continuare a sognare». Brighi spiega che il rigore su di lui «c'era: Julio Cesar mi ha toccato». Per fortuna non se ne parlerà.

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