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Freire centra il tris sotto la pioggia

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Èuno dei rari casi di sportivi vincenti senza essere detestati dalla maggior parte dei rivali. Perché il piccolo cantabro che ha da poco compiuto 34 anni è un tipo molto bohémien, vince a sprazzi ma sempre grandi corse, dà l'impressione di non allenarsi al meglio ma poi ecco che ti lascia la zampata in un Mondiale (per tre volte) oppure, è il nostro caso più attuale, in una Milano-Sanremo (anche qui tre affermazioni del furetto spagnolo). Vince meno di altri, non è mai stato un cannibale, eppure quando è dalle parti di un traguardo importante e ha una condizione almeno discreta, è facile ritrovarselo davanti a tutti. Esattamente quello che è successo ieri a Sanremo. Praticamente invisibile all'ultima Tirreno-Adriatico, dove ha avuto cura di giocare a nascondino, Freire ha invece dato un saggio di esperienza e presenza nella Classicissima. Un'edizione umida per la pioggia che l'ha accompagnata nella prima parte (quando c'erano in fuga Caccia, Ratti e Piemontesi) e per la bassa pressione che ne ha caratterizzato il finale, quando si sono susseguiti i tentativi di attacco senza che i big (tra quelli che avevano l'interesse ad anticipare la volata) riuscissero a promuovere una vera azione decisiva. Tant'è vero che la conclusione è stata proprio allo sprint, anche se ridotto da una selezione naturale che ha scremato il gruppo fino ai 29 uomini del drappello che si è giocato la corsa. Dopo un estremo tentativo di Pozzato ai 2 km è stata la Liquigas a tirare la volata (con Oss che ha lanciato Bennati); ma subito è emerso prepotente Freire, che ha battuto nettamente Boonen e Petacchi. Quarto il giovane Sacha Modolo (22 anni), solo quinto Bennati.

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