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Londra non illuda Mourinho

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Eadesso spero che non ci vengano a dire che la pratica-scudetto è chiusa, che l'Inter post Chelsea è troppo forte ed è inutile spendere energie per agguantarla. E siccome il discorso oggi riguarda il Milan e la Roma non vorrei che proprio da queste parti a qualcuno venisse la tremarella. Com'è successo a Carlo Ancelotti. Riguardatevi la partita dell'Inter contro il Chelsea: Mourinho l'ha vinta dal momento in cui ha schierato una formazione autorevole che la pochezza dell'avversario ha fatto diventare autoritaria. È stato bravo, lo Specialone, ma non mi vengano a parlare di colpi di genio: come ho già detto spesso puoi benissimo schierare tre punte (Eto'o, Milito e Pandev) supportate da un trequartista (Snejider) e giocare una grande partita difensiva se i quattro signori di cui sopra hanno l'intelligenza, il fiato, i piedi e il cuore per farsi umilmente difensori e attaccanti insieme, come sapeva fare coi suoi il «catenacciaro» Nereo Rocco e anche l'iperdifensivista Helenio Herrera, il Mago cui Mourinho s'è ispirato nel creare il proprio personaggio ammirato dai media (HH si chiamava anche Habla Habla) e nell'impostazione tattica dell'Inter. E al proposito vorrei ricordare agli eventuali disperati (milanisti o romanisti) che dopo una stupenda Coppacampioni strappata a Vienna al Real Madrid quell'Inter cedette lo scudetto al Bologna di Fulvio Bernardini. Cosa che si può ripetere se gli attuali avversari non cederanno allo sconforto. Milan e Roma basterebbe che si concedessero una riflessione, che pensassero a come avevano iniziato questo campionato. Da allora sono andati mirabilmente crescendo, l'Inter calando, fino a Catania. Ed è la squadra abulica e fiacca e distratta di Catania che Leonardo e Ranieri devono tenere a mente. Perché questi nerazzurri sanno evidentemente esaltarsi nelle grandi imprese, quando decidono di seguire alla lettera l'insegnamento del Maestro Mourinho mentre in campionato sono vittime di una perversa anarchia. Resta il fatto che i campioni d'Italia pericolosamente riavvicinati sono a portata del Milan e della Roma. Se poi qualcuno - penso subito a Ranieri - non decide ch'è arrivata l'ora di premere sull'acceleratore anche con una forte spinta psicologica avverto che c'è già chi è pronto a subentrare: la Juventus. Stiamo pronti a vivere un altro campionato. E se mi sbaglio mi correggerò.

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