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Ranieri non molla la rincorsa

Claudio Ranieri

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LIVORNO - O è bravo a nascondere la rabbia, oppure le dichiarazioni della vigilia erano di facciata. Ranieri alla rimonta scudetto ci crede molto poco e dopo la «partita pazza», come la chiama lui, del Picchi si rammarica ma fino a un certo punto. Sabato aveva parlato di gara della svolta per iniziare un altro campionato, ieri ha commentato così un pareggio che aggiunge rimpianti a quelli accumulati a Napoli e Cagliari: «Volevamo vincerla per stare dietro all'Inter, potevamo farlo segnando il rigore, ma devo ringraziare la squadra che ha giocato una grande partita e lottato sempre. Anche nel secondo tempo ha spinto come non mai. Stiamo facendo una bella corsa, è chiaro che ci manca qualcosa. A volte ci vorrebbe più fortuna: il palo di Pizarro ci ha penalizzato. Ma non molliamo». ll tecnico mantiene il suo equilibrio, guarda avanti e dà pure un'occhiata dietro le spalle. «Non abbiamo perso punti da nessuno anche se come avevo detto potevamo cominciare un altro campionato vincendo a Livorno. Ora torniamo nel nostro alveo e dovremo essere bravi a sfruttare la prossima occasione che ci darà l'Inter. Se ce la darà. I risultati di questa giornata dimostrano che il campionato è bellissimo, se non ci fossero i nerazzurri sarebbe ancora più combattuto». In casa giallorossa il dito è puntato sulla difesa. La Roma è tornata a subire tre gol dopo i due naufragi col Panathinaikos: in campionato non accadeva dalla gara di Palermo del 23 settembre. «La linea difensiva non mi ha soddisfatto - analizza Ranieri - abbiamo sbagliato due volte il fuorigioco e Lucarelli ci ha punito. Tre gol sono troppi, serve maggiore attenzione e coordinazione. Ma non cercate un colpevole: dovevamo pressare di più il portatore di palla». Il bomber del Livorno lui lo conosce benissimo. «L'ho portato a Valencia quando era un ragazzino. Lo abbiamo trovato nella sua giornata di grazia». Niente da dire sul rigore per i toscani, «L'arbitro lo ha dato quindi c'era: il braccio di Juan era spostato e si poteva fischiare», ma un sassolino dalla scarpa se lo toglie: «A vedere le ammonizioni sembra che i cattivi siamo stati solo noi». Nello spogliatoio c'è amarezza. Pizarro è l'emblema. «Mi prendo le mie responsabilità per il rigore - dice il cileno - non l'ho calciato neppure male ma è finito sul palo. Speravo non pesasse sul risultato, e invece...Sembra che a Livorno ci debba per forza succedere qualcosa. Ultimamente subiamo sempre le rimonte quando prima le facevamo noi. Ma ora non molliamo: bisogna continuare a crederci».

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