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L'Inter vince e "prende le distanze"

L'esultanza di Zanetti

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«La vittoria della squadra, del carattere e della voglia di vincere», l'ha definita a fine gara il direttore dell'area tecnica nerazzurra, Marco Branca. Ma forse, a guardare la formazione messa in campo da Mourinho nonostante le tante assenze per squalifica, sarebbe più giusto definirla la vittoria del coraggio. Oppure dell'incoscienza. Stankovic, Sneijder, Balotelli, Pandev e Milito insieme contemporaneamente, dall'inizio. Con Thiago Motta centrale di difesa, Zanetti a sinistra e Maicon a destra. Tre calciatori che potrebbero essere schierati a loro volta come giocatori offensivi. Sarà un caso, ma nel primo tempo arrivano quattro gol, tre nerazzurri, e tante, tantissime occasioni da rete. Soprattutto per l'Inter, che dopo lo svarione iniziale, pagato con lo svantaggio dopo meno di due minuti firmato Pepe, si scatena. Grazie al talento di Balotelli, che pareggia subito uno svantaggio iniziale che poteva costare davvero caro all'Inter, e regala all'infallibile Milito la palla del 3 a 1. Ma grazie anche all'organizzazione e le geometrie di una squadra che da questo punto di vista è davvero migliorata tantissimo: il secondo gol nerazzurro, con Milito che libera Pandev, con l'assist al volo del macedone per la bordata di Maicon sotto l'incrocio è una di quelle azioni che, se poi vinci, alla fine te le fanno rivedere mille volte. Il rovescio della medaglia, però, lo si vede nella ripresa. Squadra stanca, sfilacciata. Finite la fantasia e le occasioni, soprattutto la benzina. Ma non la fortuna. Di avere un portiere come Julio Cesar, che dopo il paperone contro il Chelsea fa subito capire di essersi ripreso davvero dall'incidente d'auto. E a quella, pura, di vedere Inler colpire la traversa con un tiro deviato, trenta secondi dopo lo scadere del quarto minuto di recupero. Un segno forse, per qualcuno. Di sicuro una gran bella notizia per Mourinho, che tra messaggini al cellulare ai suoi sostituti in panchina e risposte plateali alle provocazioni del pubblico udinese (dito davanti alla bocca per zittirlo allo scadere, esultanza trionfale con pugno alzato dopo la traversa-beffa nel finale), alla fine ha passato proprio un bel pomeriggio. Come forse non si aspettava neanche lui.

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