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Il Milan si inchina a Rooney

Milan, a San Siro passa il Manchester

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MILANO - Era iniziata in un modo, è finita proprio in tutt'altro. Perché deviazione decisiva di Carrick sul bolide al volo di Ronaldinho a parte, dopo appena tre minuti, che spalanca la porta di Van der Sar e la partita ai rossoneri, il Milan del primo tempo, almeno fino al pareggio altrettanto fortunoso di Scholes, era tonico, grintoso, in possesso del gioco e in grado di creare tantissimi pericoli al Manchester United. Anche troppi, se si pensa che la difesa della squadra di sir Alex Ferguson non è certo scarsa. Ma Ronaldinho è in giornata, riesce a sparire con la palla tra i piedi come ad andare al tiro, ben tre volte. Pato sguscia, Huntelaar trova spazi e conclude, mangiandosi una chance incredibile solo davanti a Van der Sar a metà tempo, poco prima del pari. Che è sì fortunoso, perché sul cross perfetto di Fletcher Scholes liscia col destro e segna di stinco mancino, in pieno stile fantozziano. Ma arriva proprio da una delle tante iniziative dello United dalla destra. E meno male per i rossoneri che Nani dribbla bene ma crossa male, altrimenti i danni dalla parte di Antonini sarebbero stati ben maggiori per il Milan. Così come lo diventano nella ripresa, quando Ferguson mette uno che sa giocare in fascia come Valencia: prima palla giocabile, gran traversone per Rooney che di testa mette un'ipoteca sulla qualificazione. Contro un Milan che rimane attonito, pur avendoci provato perfino su punizione, con Pirlo più pericoloso dell'ex red devil Beckham, quasi impalpabile. La scelta di Leonardo, già disperata a 20 minuti dal termine della gara d'andata, è Seedorf per l'inglese. Ma il Milan è fermo, stordito, incapace di reagire. Il secondo gol di Rooney è la fotografia della resa. Difesa immobile, tutto troppo facile. Per un giocatore che poco prima aveva già sfiorato la doppietta personale col destro incrociato da fuori area. In tribuna c'è il pieno di ct - Lippi, Capello e Trap - e l'interista Balotelli. Inzaghi per Huntelaar non può cambiare granché: la gara, e la storia della qualificazione ai quarti di Champions, sono ormai indirizzate. La prodezza di tacco di Seedorf nel finale, su grande assist di Ronaldinho, serve a rianimare pubblico e speranze residue, crollate ulteriormente dopo le clamorose chance sprecate da Inzaghi un minuto dopo e da Nesta allo scadere. L'espulsione di Carrick cambia poco. Al Milan, proprio sul suo terreno e nel suo habitat europeo, è mancata soprattutto nella mentalità. Leonardo si lecca le ferite: «Siamo stati superiori e usciamo sconfitti: non lo meritiamo».

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