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Rugby, l'Italia sfiora l'impresa

Rugby, Lewis Moody e Martin Castrogiovanni in Italia-Inghilterra

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L'Italia sogna l'impresa, ma alla fine deve arrendersi. L'Inghilterra passa 17-12 allo stadio Flaminio di Roma e condanna gli azzurri alla seconda sconfitta nel Sei Nazioni 2010. Il XV del ct Nick Mallett gioca alla pari con la selezione dei Tre Leoni e resta in piena corsa fino alla fine: i 4 piazzati di Mirco Bergamasco sono sufficienti per infiammare il pubblico ma non per centrare una vittoria storica. Una meta e il piede di un Jonny Wilkinson preciso solo a metà consentono all'Inghilterra di uscire indenne dal catino romano. Wilkinson a due facce - Il mediano d'apertura del Tolone apre la sua giornata di lavoro 9' con il primo penalty. Bergamasco replica subito e all'11' lo score è 3-3. L'Italia riesce a soffocare il gioco degli ospiti con una condotta estremamente disciplinata: in un match bloccato, bisognerebbe sfruttare i piazzati. Wilkinson, però, commette incredibilmente due errori tra il 18' e il 23', imitato da Bergamasco. La mischia azzurra risolve una complicata situazione alla mezz'ora, fermando la più pericolosa iniziativa avversaria. Gli azzurri non concedono nulla e, senza fare prodigi in fase offensiva, al 35' creano la nuova chance per Bergamasco: 6-3 al 35'. In una partita giocata soprattutto con i piedi, nel vero senso della parola, l'Inghilterra si scuote con la combinazione Armitage-Flutey. Il sipario sul primo tempo cala con la punizione di Wilkinson: 6-6.    Primo tempo in pareggio, poi l'affondo inglese - Gli ospiti aprono la ripresa con una delle rare azioni alla mano e raccolgono i frutti al 45'. Monye e Armitage creano i presupposti per la percussione di Tait: Tebaldi battuto, meta e 11-6 con la trasformazione fallita dall'impreciso Wilkinson, che al 60' si riscatta firmando il 14-6. L'Italia, in inferiorità numerica per il cartellino giallo sventolato Castrogiovanni, ha il merito di rimanere in scia grazie alla mira di Bergamasco: 14-9 al 64' e 14-12 al 71'. Il Flaminio prova a trascinare i propri beniamini, ma Wilkinson trova il drop che al 74' ipoteca la vittoria: 17-12. Gli azzurri hanno bisogno di una meta ma a malapena riescono a mettere piede nei 22 metri avversari. Finisce così, l'impresa rimane un sogno.    

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