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Le Olimpiadi invernali si aprono nel dramma

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La festa è finita sul nascere. A poche ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi invernali di Vancouver il dramma irrompe nella cronaca. Lo slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili ha perso la vita dopo un drammatico incidente durante le prove sulla pista di Whistler. All'ultima curva del circuito sul quale si raggiungono anche i 145 Km/h il gerogiano è stato sbalzato via dallo slittino impazzito e ha concluso il suo volo contro un pilone di metallo posizionato ai bordi della pista. Le scene raccapriccianti dell'incidente hanno fatto subito il giro delle televisioni mondiali. «Non ho mai visto nulla del genere», ha detto sconvolto Shiva Keshavan, atleta indiano con quattro Olimpiadi in carriera nello slittino. Le condizioni del georgiano sono apparse immediatamente gravissime. A nulla sono valsi i primi soccorsi, il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca e il trasferimento nell'ospedale «Whistler Sliding Centre» con l'eliambulanza. Kumaritashvili aveva 21 anni e aveva chiuso al 44° posto l'ultima coppa del mondo di slittino. L'incidente ha sconvolto il clima olimpico: «È una tragedia che lascia il segno - ha detto il presidente del Cio Jacques Rogge - e siamo francamente senza parole». Nonostante questo, la cerimonia inaugurale non è stata annullata e la delegazione georgiana, nella notte italiana, stava ancora valutando se parteciparvi o meno. In ogni caso, il clima di festa sarà sostituito dal velo della tristezza. Ma la tragedia sarà seguita anche da violente polemiche. La pista di Whistler, considerata la più veloce del mondo, nei giorni scorsi era stata messa sotto accusa dagli atleti per la sua pericolosità. A conferma della quale c'era stata una decina di incidenti, simili a quello mortale, durante le prove. Tra le uscite di pista anche quella dell'italiano Armin Zoeggeler, che ieri aveva perso il controllo dello slittino ma era riuscito a bloccarlo con le mani evitando di essere ferito dalle lame. Meno fortunata era stata la romena Violeta Stramaturaru, rimasta per alcuni minuti priva di conoscenza proprio per un analogo incidente. Anche per questi motivi, i funzionari della Federazione internazionale dello slittino sono stati subito convocati per una riunione tenutasi nella notte alla quale hanno partecipato anche i capitani di tutte le nazionali che avrebbero dovuto prendere parte alla gara. Gara che, a questo punto, potrebbe essere rinviata in attesa del chiarimento di eventuali responsabilità o addirittura essere annullata. Solo giovedì l'australiana Hannah Campbell-Pegg aveva confessato i suoi timori per le caratteristiche della pista dopo aver rischiato di perdere il controllo del suo slittino in allenamento. «Credo che stiano andando un po' oltre il limite», aveva detto, «fino a che punto dobbiamo essere considerati solamente dei crash test dummies da lanciare giù per una pista? È così che viviamo, ecco cosa voglio dire». Ha «assolto» la pista di Whistler, invece, l'ex ct azzurro dello slittino Marco Andreatta: «Ho visto le immagini, sono scioccanti ma credo non ci siano dubbi: Kumaritashvili ha commesso un primo errore, ha istintivamente cercato di correggersi e questo lo ha portato a perdere definitivamente il controllo dello slittino». Le polemiche non si fermeranno certo qui, anche considerando l'eccessiva vicinanza dei piloni di metallo al circuito «incriminato». E i Giochi hanno già perso il clima di festa che avrebbe dovuto contrassegnarli.

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