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Ranieri sa solo vincere e la Sensi lo blinda

L'allenatore della Roma Claudio Ranieri

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Quando la Roma va sotto vince perché rimonta sempre. Se pareggia fino ai minuti finali stai sicuro che un gol arriva. E se le cose si mettono subito bene? Vince, ovviamente. La «banda» di Ranieri non fa altro da tre mesi e mezzo. In un modo o nell'altro porta a casa il risultato, senza badare al giudizio degli esteti. Una continuità di risultati pazzesca che fa ritrovare la Roma dietro all'Inter con otto punti di distacco (ma una gara in più) e davanti a tutte le altre in campionato, con un piede e mezzo in finale di coppa Italia e in corsa per l'Europa League. Dopo la vittoria di Firenze sono diventate diciannove le partite senza sconfitta (sedici vittorie e tre pareggi), ne basta un'altra «immacolata» sabato prossimo con il Palermo per eguagliare la striscia di venti gare con Capello nel 2003. Adesso si può sognare una rincorsa-scudetto come quella che portò i giallorossi a sfiorare il trionfo all'ultima giornata due stagioni fa?  Il calendario direbbe di sì: mancano quindici partite e lo scontro diretto con l'Inter si giocherà all'Olimpico come le prossime due partite della Roma. Ma la marcia dell'indistruttibile corazzata di Mourinho fa pensare l'estatto contrario. La parte felice della città si interroga, a dire il verso senza troppa convinzione. Ranieri è riuscito anche in questo: continua a vincere ma vieta qualsiasi discorso che comprenda la parola scudetto e ha convinto una piazza solitamente abituata a volare di fantasia. «L'Inter è di un altro pianeta, noi dobbiamo arrivare tra le prime tre» ha detto a Firenze il tecnico con il consueto pragmatismo che lo contraddistingue in campo e fuori. Il low-profile imposto a giocatori e ambiente è chiaro: guardiamo a chi ci insegue, semmai. Ed è un bel vedere. Il Milan ha due punti in meno (e una partita da recuperare), il Napoli quarto ne ha sei, la Juventus addirittura nove senza considerare Palermo e Sampdoria come avversarie «reali» per un posto in Champions. Ma Ranieri non si fida. Oggi alla ripresa degli allenamenti dirà alla squadra che la partita con la Fiorentina non gli è piaciuta e cercherà di tenere la tensione altissima. «Un martello» lo hanno definito Totti e altri giocatori. Il lavoro del tecnico è stato soprattutto sulla testa dei giocatori. Ora dovrà pensare anche alle gambe: al «Franchi» evidenti segnali di stanchezza in qualche elemento cardine della sua «Roma». Aspettando Toni, il resto della rosa è a disposizione e le forze verranno dosate nei prossimi impegni ravvicinati. Ranieri non guarda all'Inter e al tempo stesso non vuole mollare niente, compresa l'Europa League. La società lo appoggia ed è pronta ad offrirgli un rinnovo di contratto - quello attuale scade nel 2011 - per spazzare via le tentazioni «azzurre». «Non sta scritto da nessuna parte che nello sport chi spende di più, alla fine vince - ha aggiunto ieri Montali - lo scudetto lo possiamo vincere nel giro di due-tre anni». Sognare di riuscirci prima non costa niente.

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