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La Roma senza attacco

Julio Baptista

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Ranieri ricomincia dal Siena. Quel 13 settembre nella sua prima partita da allenatore della Roma mandò in campo una Roma con una sola punta, «e la partita non la giocammo proprio» ammette. Oggi dovrà fare lo stesso, ma stavolta è una necessità: mancano all'appello Totti, Toni, Vucinic e Menez. Un'ecatombe. Dei primi due si sapeva, il francese si è fatto fuori da solo, ieri il montenegrino ha alzato bandiera bianca per un fastidio alla coscia. Quindi Julio Baptista giocherà davanti supportato da Cerci, con Okaka già venduto al Fulham che andrà in panchina. «Me l'avete tirata» scherza Ranieri che poi torna subito serio.   «Ci sono tutte le premesse per soffrire, sono preoccupato per questa situazione in attacco perché le squadre sono costruite mettendo in campo gli attaccanti giusti: sono quelli che ti fanno vincere. Mi auguro che ci sia tanto pubblico e che ci soffi dietro. Siamo in un momento dolce ma c'è una trappola immensa che ci aspetta: con il Siena ci sono tutte le premesse per soffrire». L'allenatore spiega così l'emergenza in attacco: «Vucinic non sente il muscolo a posto e visto che ci aspettano tre partite decisive è meglio non rischiare. A Totti ho detto la stessa cosa: avrebbe voluto giocare, ma preferisco che continui ad allenarsi altrimenti facciamo come a Torino e avete visto cosa è successo. Spero di poter avere Francesco giovedì con l'Udinese. Menez? Ha un problema al ginocchietto...». L'infortunio del francese non convince, ma il tecnico, almeno in sala stampa, prova a usare la carota. «Menez resta qui con noi e sono convinto che ci farà vedere le sue qualità notevolissime. Può sbocciare da un momento all'altro». Meglio tardi che mai. Ranieri scommette su Baptista, «un calciatore importante non a caso richiesto dall'Inter», e si scatena con le metafore. «Siamo a metà del curvone e spero di non incontrare bucce di banana». E questa ci sta. Meno «immediata» la spiegazione sul cambio di strategia su Motta, prima scaricato, poi negato al Manchester City, «perché il calcio - dice il tecnico - è come un vulcano: quello che vedi oggi non è più uguale domani». Il mercato secondo Ranieri finirà con la partenza di Okaka («la Premier lo farà crescere») e alla chiusura della finestra di gennaio «la Roma è la squadra che si è rafforzata di più con Toni». Ma per goderselo bisognerà aspettare un mese.  

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