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Il samba si balla solo nella Capitale

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Soloper una notte e con le dovute proporzioni, ma sabato sera sembrerà un po' il Carnevale di Rio. Tre brasiliani (anche se uno, Felipe Melo, è squalificato) bianconeri, sette (con qualcuno che finirà in tribuna o addirittura da qualche altra parte) giallorossi: uno Juventus–Roma così brasiliano non c'era mai stato. Artur, Baptista, Cicinho, Doni, Juan, Julio Sergio e Taddei gli esponenti della scuola di samba di Trigoria, Amauri, Diego e Felipe Melo di quella di Vinovo. Due scuole diametralmente diverse per passato e presente e per il modo in cui stanno ballando il samba alla vigilia della sfilata di sabato. Juve–Roma, in effetti, non è mai stato un duello dal fortissimo retrogusto brasiliano. Se a Roma di giocatori verdeoro ne sono sempre arrivati tanti e di tutti i tipi, 28 in tutto, a Torino ne sono passati di meno, 14, e non sono mai completamente entrati del tutto nel dna bianconero. La Juventus, infatti, è stata più legata a francesi (Platini e Zidane), argentini (Sivori) e perfino gallesi (Charles), nonostante il passaggio di gente come Altafini ed Emerson e non solo di meteore come Athirson e Julio Cesar. Quest'anno, con gli arrivi di Diego e Felipe Melo a fare compagnia ad Amauri, poteva e doveva esserci l'inversione di tendenza. Una Juve molto carioca, insomma. Invece, fino a questo momento, è stato un flop su tutta linea. Una «tristeza»: Amauri, dopo otto mesi di astinenza col gol, si era sbloccato ad ottobre (4 reti in 3 partite) e si è subito nuovamente inceppato; Diego, pagato 24,5 milioni, era partito facendo fuoco e fiamme (la Roma se lo ricorda bene) e alla lunga si è spento; il vero Felipe Melo - quello dei disastrosi primi mesi juventini è squalificato per sabato - è rimasto a Firenze. Il rapporto della Roma con i brasiliani, invece, è sempre stato più intenso, passionale e viscerale. Nonostante i «bidoni» Fabio Junior, Renato, Andrade e Vagner, personaggi come Falcao, Cerezo, Aldair e Cafu (solo per citarne alcuni) hanno scritto con l'inchiostro indelebile alcune delle pagine più belle della storia giallorossa. Anche adesso la colonia romanista se la passa meglio di quella juventina: il rigenerato Taddei, il sorprendete Julio Sergio (che esordì proprio all'andata) e l'insuperabile Juan di questi tempi bastano e avanzano a ribilanciare i musi lunghi o i periodi no di Doni, Baptista e Cicinho. A Roma sembra proprio che si balli meglio che a Torino. Vai col samba, allora.

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