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Prima o poi ci faranno diventare cittadini inglesi

Striscioni allo stadio

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A qualcuno lo spezzatino resta sullo stomaco. Da nostalgico del Bel Calcio Antico dovrei essere fra i sofferenti. Ma ne ho già viste tante, tante follie ho vissuto: mi adatterò ai progetti (scellerati) della Lega che vuole spalmare Il Campionato su quattro giorni, dal venerdì al lunedì, a pranzo, a cena e quel che resta nelle ore canoniche. Tanto, non c'è più il classico, prepotente, ricchissimo Totocalcio che imponeva la sua legge. Andando nello specifico - la mia attività domenicale - avrò pochi problemi: perchè il mio Mondo è già uno spezzatino globale. Da anni partecipo alla Grande Giostra del Gol, la trasmissione domenicale di Rai International (oggi Rai Italia) che undici anni fa ha lanciato il format poi imitatissimo della diretta-gol: quando Sky lanciò il suo contenitore domenicale, venne a prendersi a Saxa Rubra la bella e brava Ilaria D'Amico che nella Giostra era nata e cresciuta, dunque già allenata al Campionato Live. La Giostra offre la partita-clou della domenica in diretta e la interrompe (con ormai mitici squilli di tromba) ad ogni gol realizzato e presentato anche slow motion in tempo reale. Per noi, a Saxa Rubra, la partita è alle 15 ma quando - un'ora prima - si apre il contenitore, i nostri telespettatori la vivono secondo il loro fuso orario, da Toronto a Pechino, da Rio a Sidney, da Baires alle Maldive, dall'alba alla notte fonda, e il saluto non è solo un «buongiorno» ma anche «buonpranzo», «buonpomeriggio». Buonanotte. Nel palinsesto di Rai Italia s'infileranno agevolmente anche le partite del venerdì e del lunedì. La caratura internazionale consentirà a questa Rete di avvicinarsi ai già rodati palinsesti inglesi e spagnoli con relativa facilità: il problema, semmai, l'avranno i classici contenitori televisivi domenicali «nazionali», Domenica Sportiva, Controcampo e allegati (e similari locali), che immagino dovranno rinunciare a gran parte del talk show per privilegiare cronaca, interviste e commenti a tamburo battente. Un mondo nuovo, un modo nuovo di porgerlo. Sopravvivrà il calcio - già tormentato da tante innovazioni ad esclusivo uso televisivo - alla nuova avventura? Il Grande Spezzatino ha da venire, ma nel frattempo il ritorno della Champions, a febbraio, imporrà la novità di un anticipo al venerdì voluto dall'Uefa per garantire adeguato riposo alle partecipanti. Ma soprattutto nasce un interrogativo: serviranno davvero i nuovi stadi che tutti vanno chiedendo, proponendo e progettando, quando il popolo del calcio è perentoriamente invitato a sedersi davanti alla tivù? Dice: ma gli stadi inglesi sono pieni. Già: ma il rinnovamento prevede che noi si debba anche diventare inglesi? Quelli come me - un po' datati - ricordano il «sabato inglese», ch'era poi il sabato fascista, imposto a un popolo della domenica, intesa come Festa, Famiglia e Fede (anche calcistica). Rispolvero un vecchio slogan: fermate il calcio, voglio scendere.

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