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La candidatura 2020 per rivivere quei momenti magici

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Tempidiversi, dunque, con empito plebiscitario nei confronti di una manifestazione al cui esito positivo mirava l'intera società nazionale. Di segno opposto furono orientamenti, potenza d'interessi e schieramenti che negli anni Novanta, privilegiando la candidatura di Torino per i Giochi invernali del 2006, portarono al fallimentare tentativo messo in atto per aprire nuovamente alla prospettiva olimpica estiva, nel 2004, le porte di Roma. La Capitale è di nuovo in corsa per l'edizione del 2020, successiva a quella assegnata a Londra nel 2012 ed a quella di Rio de Janeiro nel 2016. Ne è alternativa, con l'innegabile fascino della località proponente, la richiesta avanzata da Venezia e filtrata attraverso il binario logistico Padova-Treviso, ipotesi presentata con apprezzabile serietà ma sulla carta difficilmente aderente ai protocolli dettati dal Comitato olimpico internazionale. I giorni che viviamo sono giorni di studio e di analisi poiché, prima ancora di entrare in concorrenza con città agguerrite come Madrid o Tokyo, ampiamente collaudate sul piano tecnico e finanziario, o con nuove candidature, è fin troppo chiaro quanto decisivo sia, da parte delle Istituzioni territoriali, Campidoglio in testa, presentare agli uffici del Foro Italico un piano affidabile sul piano progettuale e solvibile sotto il profilo delle risorse. Su questo fronte, molti precedenti italici di recente acquisizione sono illuminanti, e tutti in chiave negativa, dalle Universiadi siciliane del 1997, ai Mondiali militari del 2003, sempre siciliani, ai giochi del Mediterraneo, Bari nel 1997 e Pescara nel 2009, per finire ai Campionati mondiali di nuoto che dallo scorso agosto, Federica Pellegrini e Alessia Filippi a parte, hanno lasciato come imbarazzante eredità guerra tra bande, impianti bloccati da ingiunzioni giudiziarie e passivi finanziari la cui equivocità è sotto gli occhi di tutti. L'impegno, superfluo sottolinearlo, è notevole, e le reazioni, ove trasparenza e concretezza d'atti fossero inclini all'aleatorietà, quando non peggio, sarebbero feroci. Roma, e comunque Venezia, dovranno inoltrare entro il 28 febbraio la pratica al CONI. Che sceglierà entro il mese di aprile. Quanto alla decisione del CIO, se ne parlerà nel 2013. A.F.

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