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Per rialzare la Lazio Lotito spenda i soldi

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Quandodico Lazio mi riferisco a quella vera, quella che ha quale missione la pratica e la diffusione dello Sport, e non a quella di Lotito, che ne è soltanto una delle molteplici incarnazioni. Credo che noi laziali dovremmo sempre tenere a mente questa basilare distinzione, un po' perché la nostra storia e la nostra cultura sono la fonte della nostra diversità genetica (stavo per scrivere «superiorità», ma mi sono trattenuto) e un po' perché la vera lazialità rappresenta una sorta di rifugio spirituale, di luogo dell'anima dove l'amarezza e lo scorno per le vicende calcistiche si stemperano e fanno meno male. Certo: non bisogna essere ipocriti. La Lazio Calcio è pur sempre il crogiolo della nostra passione e la vetrina del nostro mondo. Sostenere che l'umore dei laziali possa prescindere dalle vicende dell'undici biancoceleste sarebbe una bugìa grossa come una casa. Però sono convinto che il nostro reagire non possa e non debba rispondere alle logiche meccaniche che regolano i comportamenti dei tifosi delle altre squadre. Noi non siamo romanisti e non dobbiamo fare le cose che, nei nostri panni, farebbero i romanisti. Mi sono concesso questa lunga premessa per chiarire che cavalcare la giustificatissima furia dei tifosi biancocelesti, come gli opportunisti stanno facendo ormai senza ritegno, non porta da nessuna parte. Che ci piaccia o no, in questo momento Lotito non ha un'alternativa credibile (e non dimentichiamo che in questi anni l'unica alternativa a lui, manco a dirlo appoggiata dagli opportunisti di cui sopra, è stata quella della cosiddetta cordata-Chinaglia). Ci piaccia o no, insomma, Lotito dobbiamo tenercelo, dunque l'unica cosa che possiamo ragionevolmente tentare di fare è di non tenercelo così com'è ma farlo ragionare. Personalmente ritengo che nella vicenda Pandev-Ledesma ecc. Lotito abbia agito a fin di bene, con l'obiettivo di stroncare l'illecito e maleodorante andazzo dei cosiddetti «ritocchi dell'ingaggio» e sottrarre ai calciatori e ai loro procuratori l'arma del ricatto, costringendoli a rispettare i contratti che hanno firmato. Penso anche che, credendosi più intelligente degli altri senza esserlo, Lotito si sia fatto abbindolare dai suoi presunti amici altolocati, che devono avergli fatto un discorso tipo «va avanti tu, ché poi ci pensiamo noi». Infatti «ci hanno pensato così bene» che al vertice del collegio arbitrale che ha deciso sul caso Pandev è finito un referente del sindacato calciatori, e sono curioso di vedere se adesso ci sarà, fra i presidenti italiani, qualcuno che sarà sciacallo fino al punto di prendersi gratis gente come Pandev e/o Ledesma. Sia come sia, sono insomma convinto che, anziché continuare a insultarlo e ad invitarlo ad andarsene - cioè, visto il personaggio, spingerlo ad arroccarsi ancor di più - noi laziali veri dovremmo aiutare Lotito a fare tesoro della lezione che gli è stata impartita, a rendersi conto di non essere più intelligente degli altri e che, comunque, la vera intelligenza consiste nel prendere atto della realtà, non nel combattere contro i mulini a vento. Specie quando i risultati della battaglia sono castastrofici da ogni punto di vista: oggi la Lazio calcio è più debole che mai, rischia di andare in serie B e per di più ha subito un consistente danno patrimoniale che ha oggettivamente ridotto il valore della società e impoverito tutti i suoi azionisti. Il tempo è galantuomo e prima o poi, magari, Lotito vedrà in qualche modo riconosciute le sue ragioni. Ma adesso la Lazio è incudine, e anziché pretendere di comportarsi da martello il suo presidente ha davanti a sé una sola possibilità: mettere mano al portafogli (al suo, dico, non a quello della società, che già è stata abbastanza depauperata) e comprare dei giocatori che possano a tutti gli effetti colmare le voragini di gioco aperte dalla disgraziata gestione dei cosiddetti «dissidenti» (io cambierei anche allenatore, ma qui rientreremmo in un altro tipo di discorso). E subito dopo aver comprato, magari il 9 gennaio, in occasione del 110mo compleanno della Lazio, rivolgere un discorso alla nazione biancoceleste per dire: «Ho sbagliato e lo ammetto. Vi chiedo scusa. Come avete visto, ho fatto il massimo per rimediare agli errori. Adesso vi chiedo di aiutarci a risollevarci. Assieme ce la possiamo fare. Poi, assieme, cercheremo anche di prenderci la rivincita su chi ci ha traditi. Con calma, da laziali». Ecco che cosa deve fare Lotito per dimostrare di essere davvero uno di noi e mettere fine a questa insulsa guerra civile che per ora si limita a fare ricchi i ricattatori e felici i romanisti ma che nel giro di poche settimane potrebbe trascinare nel baratro la Lazio Calcio e l'immagine di tutte le altre Lazio.

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