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A Vidoz non basta l'orgoglio

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Ilcoraggioso tentativo di Paolone Vidoz di riconquistare il titolo europeo dei pesi massimi non è riuscito perché il nostro pugile è stato sconfitto con verdetto unanime dal polacco Albert Sosnowski. Per dare un'idea della differenza dei valori in campo penso di dover dire che Vidoz non ha vinto nemmeno una delle dodici riprese dell'incontro, tuttavia uno dei tre giudici ha trovato modo di assegnargli tre riprese, un altro gliene ha concesso una, io sul mio personalissimo cartellino e con tutta la simpatia che il pugile friulano merita, mi sono trovato d'accordo con il più severo dei tre giudici, quello che ha compilato una verdetto di 120 e 108. Purtroppo non c'è stato un solo momento in cui si è potuto sperare che Vidoz riuscisse a cancellare la differenza (9 anni) con il suo avversario, che non è un fenomeno ma che lo sovrastava in velocità e aggressività. Vidoz è stato bravo e coraggioso a rimanere in piedi per tutte le dodici riprese. Non lo avrei rimproverato se dopo sette o otto round, constatata l'impossibilità di dare al match una diversa direzione, avesse abbandonato. Invece ha coraggiosamente completato la sua Via Crucis dimostrando orgoglio e dignità. Credo che a 39 anni sia giunto il momento per Vidoz, medaglia di bronzo alla Olimpiadi di Sydney del 2000 e quindi campione d'Europa tra i professionisti, di abbandonare un'attività che ha intepretato con la leggerezza che lo ha caratterizzato, dentro e fuori dal ring.

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