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Il "cannibale" Ballardini

Ballardini, tecnico della Lazio

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Una volta erano i presidenti a «mangiarsi» gli allenatori. Zamparini è sicuramente il «capo dei capi», quello che ricorre al cambio della panchina con la stessa facilità con cui prende il caffé al bar. Alla Lazio, invece, c'è un presidente conservatore che non si lascia condizionare da nessuno e difficilmente esonera il proprio allenatore.   Lo fa per superomismo, perché non potrebbe mai ammettere una scelta sbagliata e forse per fare economia e non iscrivere a libro paga oltre che una decina di giocatori inutilizzati anche due tecnici. Così Ballardini resiste sulla panchina della Lazio, nonostante tredici punti in quindici partite, l'eliminazione dal girone d'Europa League con un turno d'anticipo, tre mesi e mezzo senza vittorie e altri numeri perlomeno imbarazzanti. E poi il tecnico di Ravenna ha preso un pieno di complimenti dopo aver perso un derby (?) con la sua squadra che non segna da tre partite. Bah! Ma c'è altro perché i giocatori (Baronio, Mauri e Matuzalem) si sono schierati quasi tutti a favore della conferma del tecnico che il presidente biancoceleste Lotito non ha mai pensato di sostituire ora anche per mancanza di alternative. Perché proprio Ballardini è diventato col passare dei mesi un vero mangia-colleghi, un «cannibale». Tutti i possibili candidati alla sua sostituzione si stanno via via accomodando su altre panchine trasformando la decisione del presidente biancoceleste di non esonerarlo in una scelta condivisibile. Mazzarri è andato al Napoli, Rossi a Palermo, Beretta al Torino e Mihajlovic ieri al Catania. Un poker di pretendenti che hanno abbracciato altri progetti e allora Ballardini può dormire sonni sempre più tranquilli nonostante i risultati siano molto deludenti rispetto alle premesse della vigilia. Restano solo Camolese e De Biasi, candidature di buon livello ma non in grado di infiammare una tifoseria infuriata per un avvio di stagione da libro degli orrori. Poi ci sarebbero bravi allenatori come Bergodi, Agostinelli, Giordano e Orsi oltre a un possibile richiamo alle armi per Superdino Zoff. Ma tutti gli ultimi candidati hanno un difetto: sono troppo laziali per trovare spazio nella Lazio. Tant'è, il futuro prossimo è Ballardini e solo in caso di una Caporetto contro Genoa e Inter, durante la pausa di Natale potrebbe cambiare strategia. Lotito tiene duro e Ballardini prepara il riscatto.  

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