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"Al derby con un altro spirito"

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Claudio Ranieri

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Gli ultimi saranno i primi. La Roma aveva iniziato nel modo peggiore l'Europa League con la disfatta di Basilea ma dopo la rivincita di ieri sugli svizzeri può chiudere in testa il girone e mettersi a riparo dai fantasmi. Per esempio un certo Liverpool. Intanto ha staccato il pass per i sedicesimi: per Ranieri è un primo obiettivo centrato sulla panchina giallorossa. Ma non gli basta per sentire «sua» la squadra. «È stata una vittoria importante - il commento dell'allenatore - conquistata contro un'ottima squadra. Sapevo che sarebbe stata dura e per questo mi sono affidato alla formazione migliore. Nel finale abbiamo sofferto troppo: bisognava tenere di più la palla e giocare con maggiore serenità. Dobbiamo essere onesti: il Basilea è stato sfortunato e meritava il pareggio». Un gol subìto a partita è diventato ormai legge per la Roma: soltanto in una gara in questa stagione è riuscita a mantenere inviolata la porta. «Una brutta storia che deve finire, è il nostro tallone d'Achille - ammette Ranieri - c'è tanto da lavorare, sbagliamo troppi movimenti e pecchiamo in ingenuità. Prima o poi ne verremo a capo: noi vorremmo non prendere gol, ma fino a quando riusciamo a ribaltare le partite va bene. Fa parte del mio carattere non arrendersi mai e i ragazzi lo stanno recependo: anche quando abbiamo perso tre partite di fila la reazione c'è stata». E adesso sotto con il derby. «Iniziamo a pensarci da domani mattina (oggi, ndr), lo dimostra il fatto che ho messo in campo tutti i pezzi migliori a parte Juan e Motta che sono rimasti fuori dalla squadra iniziale. Anche le sostituzioni non le ho fatte pensando a domenica ma al risultato col Basilea. Non so che partita aspettarmi: adesso ho in testa soltanto gli errori che abbiamo fatto con il Basilea e le troppe occasioni concesse. E non dite che la gara di domenica è decisiva per noi: abbiamo tutto un campionato davanti». Poi però Ranieri ammette che «per un romano il derby è il derby, non una partita come le altre. Scaramanzie? Non ne ho. Sul piano della fatica siamo pari con la Lazio: hanno giocato un giorno prima ma hanno viaggiato». Spiega così la scelta di Cicinho titolare: «Le motivazioni gliele avevo date mettendolo in campo con il Cska Sofia in un ruolo non suo, ma quella sera gli ho fatto capire che lo stimavo. Da allora l'ho visto con un'altra motivazione negli allenamenti: è un giocatore importante per la Roma». Come lo è diventato il portiere. «Julio Sergio sta proseguendo il suo momento positivo e ci sta regalando parecchi punti: Totti crea e lui conserva». I ringraziamenti finali vanno a De Rossi. «Pensavo potesse giocare mezzora - chiude Ranieri - e invece è rimasto in campo per tutta la partita: lo ringrazio per questo». Il tecnico degli svizzeri Fink si mangia le mani. «Un peccato, abbiamo creato tanto e meritavamo di pareggiare contro una grande Roma a cui è bastato giocare bene quindici minuti».

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