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Zeman: Mourinho, che delusione

Zdenek Zeman

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«Nel '98 parlai per la prima volta di farmaci nel calcio: da quel momento non riesco più ad allenare». Zdenek Zeman torna alla carica. Intervistato da Antonello Piroso durante il programma «Niente di personale», in onda ieri sera su La7, il tecnico boemo ha voluto chiarire alcuni passaggi della recente deposizione rilasciata al tribunale di Napoli durante l'udienza del processo Calciopoli. «L'ostilità di Moggi è stata decisiva per la mia carriera - ha spiegato Zeman - penso che l'ex dg della Juventus abbia ancora influenza nel calcio». Serie A più pulita dopo Calciopoli? «Così dicono. Ma se si è parlato tanto di sistema, vuol dire che in tanti erano coinvolti. E chi ha partecipato prima, secondo me c'è ancora». Zeman ha dichiarato di sentirsi un pensionato: «Vivo a Roma e vedo che le squadre capitoline non danno soddisfazioni. È un peccato. Ho ricevuto delle proposte da club stranieri, ma per ora non vado. Ho avuto due esperienze non positive all'estero: capirsi coi turchi è difficile. Vogliono entrare in Europa, ma sono un altro mondo». Meglio la Serie A? «È difficile trovare una squadra che mi piaccia - ha detto il boemo - Abbiamo tanti ottimi giocatori, come Del Piero, ma pochi fuoriclasse: uno è sicuramente Totti». E Cassano? «Se è fuori dalla nazionale - ha affermato Zeman - vuol dire che Lippi ha altre intenzioni. Un ct deve fare la squadra di testa sua». Cosa farà l'Italia al Mondiale? «Se arriva in buone condizioni fisiche e mentali potrebbe anche vincere, ma dipende da troppi fattori». Una battuta anche sulla moviola in campo: «Sarebbe complicata da gestire. Gli errori ci saranno sempre». Zeman è stato molto duro con Leonardo e Ferrara: «Vanno avanti gli allenatori amici dei giocatori: li capiscono, ma hanno difficoltà a farli crescere. E che delusione Mourinho: doveva spiegare a tutti come si fa un 4-3-3 e non ci è riuscito. Ha scelto male i giocatori e ha puntato sui singoli, mentre il calcio è uno sport di squadra».

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